Running

Il runner (ovvero colui che pratica il running – tradotto letteralmente “correre”) è uno sportivo che corre costantemente (a differenza del jogger che si contraddistingue per la saltuarietà del suo allenamento).
Il runner cronometra i tempi, calcola le distanze, decide in quale fase aumentare o diminuire la velocità, a differenza del jogger che corre per “piacere”. Il running è impegno, allenamento completo a tutti gli effetti, i cui risultati vengono messi in mostra dai runner durante competizioni e gare podistiche.

sopra le righe oltre gli schemi

A piedi nudi

Bisogna dire la verità, specie durante le festività natalizie. Il podismo, per essere espliciti, è uno sport che tira
Penne Senatore Cappelli Bio Pasta Pack

Dalla Costa: quando una sola pasta non basta

Cardine della cucina mediterranea, la pasta è – ammettiamolo candidamente – un alimento irrinunciabile
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L’alimentazione non è competizione

Tra gli appuntamenti irrinunciabili per noi podisti c’è anche – inutile negare che sia così anche per voi, intanto non vi si crede – Deejay Training Center
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Hangon, qualità… amica

Bentrovati, amici podisti. Di rado mi sbilancio nelle recensioni, perché ho la netta impressione – ribadita giusto lo scorso lunedì – che negli ultimi anni troppe aziende propongano agli sportivi prodotti del tutto simili l’uno agli altri
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Run Up della Floky Socks: promesse mantenute

I miei lettori sanno che recensisco con una certa parsimonia i capi tecnici per il podismo, mosso dal sospetto che in questi ultimi tempi gli amatori siano vittima di un equivoco
Sulle tue gambe evangelisti

Il primo gelato gustato all’aria aperta

La fotografia che campeggia sulla copertina del libro di cui parleremo oggi mostra un ragazzone atletico, non troppo magro come la maggior parte di noialtri podisti
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S’Track: il punto di vista di Cébé sul podismo

Come sa chi ha l’abitudine di leggere i miei articoli pubblicati da Moondo, guardo sempre con una certa diffidenza al proliferare dei gadget per la corsa
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La salute nella corsa

Negli ultimi anni, non ci stancheremo di scriverlo, il boom del podismo (di per sé più che meritorio, non fosse altro che ogni nuovo corridore è una persona sottratta al rischio di una serie di patologie e guai psicofisici) ha prodotto anche tutto ciò che sempre produce una moda
Girella

Maratone, moralismo, buon senso

Come il resto d’Europa e del mondo, l’Italia è alle prese con una seconda ondata del cosiddetto Coronavirus. Seguo quotidianamente le notizie su giornali e tv
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Annuario dell’atletica 2020

Allora siamo intesi: oggi il podismo – perdonatemi, il running – si compone di selfie, influencer, calze a compressione da novantanove euro e novanta al paio, oscuri amatori che vergano lunghissimi post sui social dove raccontano di come siano riusciti nell’incredibile impresa di correre una mezza maratona in un’ora e cinquantasei minuti, libri autoprodotti in cui ex alcolizzati, ladri e sicofanti narrano (narrano, oddio…) come – dopo immancabile crisi mistica – siano riusciti a raddrizzare la loro grama esistenza e a correre la maratona di New York, creme riscaldanti al topinambur e stage di podismo pagabili in ottantaquattro comode rate mensili.

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