Domanda a bruciapelo: quali sono i tre pilastri che concorrono a garantire una buona condizione di forma psicofisica? L’allenamento, d’accordo: e poi? Ben detto, cari lettori: l’alimentazione e il riposo.
Tutti noi sportivi amatori lo abbiamo imparato a memoria. Tuttavia sospetto che, almeno per quanto riguarda l’alimentazione, si stia andando verso un’informazione sempre più schizofrenica (e verso comportamenti altrettanto incoerenti)....
Cari lettori, ultimamente sono fortunato. Perché mi sta capitando di leggere libri i cui autori, pur sportivi professionisti, non hanno alcuna intenzione di parlare di sé come di appartenenti a una specie diversa dalla nostra. Composta da persone che ogni giorno fanno la spesa, accompagnano i figli a scuola, cambiano le lampadine bruciate e fanno soffriggere l’aglio per preparare...
Lo sport è celebrazione di ogni singolarità e, nello stesso tempo, celebrazione delle differenze.
La combinazione di queste due frasi apre a una serie di letture anche antitetiche della pratica sportiva. Per alcuni, specie se particolarmente dotati dal punto di vista atletico, lo sport è strumento di esaltazione delle proprie performance, e quindi di attestazione di un primato sociale su...
Curiosa distanza, la mezza maratona.
C’è chi l’ha ribattezzata la lunga dal volto umano. Per ricordarci che sì, ventuno chilometri (e novantasette metri e mezzo, d’accordo) sono pur sempre tanti, ma con una buona preparazione si riescono a correre senza eccessive difficoltà. O, per meglio dire, con la quasi certezza di non arrendersi anzitempo.
La mezza, come la si chiama con...
Va bene, il titolo è un po’ sul pomposo andante.
Perché non è che qui si tratti proprio di parlare della convalescenza del podista in generale. Bensì quella del podista che sta redigendo questo pezzo, alias me medesimo.
Ho già scritto in più occasioni, per esorcizzarlo o forse per avere la compassione dei lettori, del mio primo infortunio da corridore. Senza...
Credo che questa sia la prima volta in cui il titolo del mio pezzino settimanale coincide perfettamente col nome dell’argomento (il titolo di un libro, in questo caso) di cui vi parlerò. Ma il volume in questione l’ho corteggiato per tanto di quel tempo, e poi – come si dice con espressione abusatissima – è diventato un oggetto di...
Coraggio, amici podisti: il caldo atroce sembra stia
per terminare e presto potremo ricominciare ad allenarci in modo dignitoso.
L’articolo di quest’oggi riveste per me una certa
importanza, per più di un motivo: intanto, perché sullo stesso argomento – presentando
l’edizione 2018 – ho scritto
il mio primo articolo per questa sezione di Moondo.
E poi perché mi trovo a riparlare della maratona della mia città, la Genova City Marathon, giunta
quest’anno alla sua seconda edizione.
Nella quasi compulsiva produzione di libri che indagano più o meno frontalmente l’universo del podismo, abbiamo già detto altrove che pochi si distinguono per rigore scientifico e felicità di scrittura. Tra questi, si annoverano manuali redatti da allenatori ormai universalmente conosciuti nell’ambiente (ne approfittiamo per ricordarvi una volta di più di diffidare delle tabelle di allenamento intercettate in rete, specie se appaiono come anonime), oppure da biografie su grandi corridori
Lo so: ormai da svariate settimane, complice l’uscita di una grande quantità di libri sul podismo, non vi parlo più di capi tecnici per il podismo.
Tra i più straordinari atleti del Novecento, J. C. “Jesse” Owens è celebre per il suo trionfo alle Olimpiadi di Berlino del 1936, dove ha vinto ben quattro medaglie d’oro (nei 100 e 200 metri, nella staffetta 4x100 e nel salto in lungo), e dove pare sia stato vittima di un clamoroso gesto discriminatorio, richiamato dal titolo dell’autobiografia di cui ci occuperemo oggi: L’uomo che sconfisse Hitler, uscito in Italia per Piano B Edizioni nella traduzione di Andrea Roveda.