Calze tecniche Dr. Gibaud

Lo so: ormai da svariate settimane, complice l’uscita di una grande quantità di libri sul podismo, non vi parlo più di capi tecnici per il nostro amato sport. Un altro motivo va ricercato nel mio scetticismo: diffido di marchi che promettono mirabolanti miglioramenti della performance (talvolta addirittura espressi in percentuali) a chi scelga di indossare i suoi prodotti. Sono invece attratto da capi proposti sottovoce da aziende di solida fama, come nel caso di Dr. Gibaud: rieccomi dunque nei panni – è proprio il caso di dire – di recensore di abbigliamento sportivo.

Dr. Gibaud

Dr. Gibaud nasce in Francia nel 1935 e da quando – nel 1949 – ha fatto la sua apparizione in Italia, è legato all’azienda piemontese Dual Sanitaly. Oggi la ditta è sul mercato con prodotti indicati nelle patologie ortopediche per adulti e bambini e nella prevenzione delle affezioni reumatiche (il catalogo comprende da tutori a cerotti, da articoli elastici in lana e cotone ad apparecchiature ortopediche).

Il settore di interesse e la longevità dell’azienda sono senza dubbio due ottime referenze, che mi hanno fatto guardare con curiosità alla loro nuova linea di prodotti ad hoc per gli sportivi, o anche solo per chi conduce un’esistenza dinamica. Di questa categoria fanno parte diversi articoli elastici e a compressione, talvolta specifici per lo sport, altre volte idonei alla vita di tutti i giorni, come nel caso di una cintura che previene lombalgie e lombosciatalgie.

Le calze tecniche

Non è difficile indovinare che il prodotto da me testato è stato realizzato per i podisti: si tratta di un paio di calze tecniche a compressione graduata, disponibile in tre diverse misure, a seconda non tanto della lunghezza del piede quanto della circonferenza del polpaccio.

Come tutti i capi della linea per lo sport, questo indumento a compressione, oltre a favorire la circolazione sanguigna (o ritorno venoso, per usare un gergo un po’ più esoterico) riduce la sensazione di affaticamento muscolare e migliora la propriocezione, cioè la percezione del proprio corpo nello spazio senza utilizzare la vista.

La fibra Tencel di cui queste calze sono composte (assieme a poliammide ed elastan) proviene dalla polpa del legno, ed è dunque completamente biodegradabile. E non solo: ha proprietà antibatteriche, termoregolatrici e ha una traspirabilità tre volte superiore alle fibre di cotone.

Se polpaccio, tibia e tallone sono le aree rinforzate, la punta è priva di cuciture, per evitare traumi da sfregamento.

Le mie sensazioni

Al di là delle caratteristiche tecniche del prodotto, vale la pena di spendere qualche parola sul test. Ho provato le calze tecniche Dr. Gibaud per una sessione di ripetute sui 400 metri e per un lento di quattordici chilometri. Ma prima ancora, il plauso va alla facilità con cui queste calze si infilano e si tolgono: altri indumenti a compressione, già ostici da indossare, richiedono una forza sovrumana quando è il momento di sfilarli (con esiti comici, specie dopo allenamenti intensi che ci prosciugano di ogni energia); eppure, la stessa elasticità che permette di calzare e scalzare agevolmente questo capo, garantisce un ottimo sostegno alla gamba durante la corsa: le calze stanno su – e, si badi, non è così scontato che dopo un buon numero di chilometri esse non scendano alle caviglie – e non occorre essere esperti per capire che il grado di compressione è perfetto, non eccessivo né troppo esiguo, in modo da restituire nello stesso tempo una sensazione di leggerezza insieme a quella di un effettivo sostegno alla muscolatura durante la corsa.

Per cui, anche un fan del calzino corto come me deve ammettere che in futuro, per allenamenti lunghi o particolarmente faticosi, le calze tecniche del Dr. Gibaud saranno un fido alleato. Oppure potrei non indossarle mai più, e in caso di allenamenti o gare andate male avere pronto l’alibi: “Ah, se avessi avuto le mie calze tecniche preferite…”



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Claudio Bagnasco
Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975. Suoi brani narrativi e saggistici sono apparsi su vari blog e riviste. Ha pubblicato alcuni libri, tra cui i romanzi "Silvia che seppellisce i morti" (Il Maestrale 2010) e "Gli inseguiti" (CartaCanta 2019), e la raccolta di racconti "In un corpo solo" (Quarup 2011). Ha curato il volume "Dato il posto in cui ci troviamo. Racconti dal carcere di Marassi" (Il Canneto 2013). Il 31 ottobre 2019 è uscito il suo saggio "Runningsofia. Filosofia della corsa" (il Melangolo, seconda edizione 2021). Con Giovanna Piazza ha ideato e cura il blog letterario "Squadernauti". Ha ideato Bed&Runfast, il punto d'incontro fra il mondo del podismo e quello delle strutture ricettive. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com. Dal 2013 abita a Tortolì, dove gestisce un B&B con la sua compagna, corregge testi, insegna le parole difficili a sua figlia e corre.