Come vi ho raccontato la scorsa settimana, dopo complicatissimi (e divertentissimi) calcoli e ragionamenti ho deciso dove correrò nella prima parte del 2024.
Il 25 febbraio parteciperò alla Corsa del Principe Diofebo, la 30 chilometri all’interno della Verdi Marathon, e il 7 aprile sarà il giorno della Milano Marathon.
Bene. Una volta corsa la maratona di Pisa il 17 dicembre, e dopo aver delineato il mio mini calendario per l’inizio del 2024, ho avuto una curiosa intercapedine di giorni al di là della programmazione per Pisa e al di qua di quella per Milano (che inizio giusto il giorno in cui questo articolo sarà pubblicato, lunedì 8 gennaio).
Cosa ho fatto, in questi giorni tra un programma e l’altro? Voglio dire: cosa ho fatto, dal punto di vista sportivo?
I tanti allenamenti
Podista amatore di medio calibro, di solito mi alleno quattro volte a settimana. Riconquistato il traguardo di una gara regina dopo ben due anni, ho ritrovato un entusiasmo sopito da tempo. Al punto da aver disatteso, per la prima volta, una norma comportamentale sacra per il mio allenatore Fulvio Massini. Il quale sostiene che nei giorni dopo una maratona faccia assai bene camminare a lungo, nuotare o andare in bicicletta con rapporti leggeri ma non correre, almeno sino alla domenica successiva. Questo per due motivi: rinfrancare la muscolatura ma anche la mente, per diverse settimane messe sotto pressione.
Ebbene, già il venerdì dopo Pisa ho corso i miei primi sei chilometri, e da lì non ho saltato quasi un giorno sino alla fine dell’anno. Alternando allenamenti in strada (l’ho già detto: abito in un paese della Sardegna e correre per le strade di Genova mi fa paura) e altri in pista.
E dopo tanti anni consecutivi in cui ho corso il primo gennaio, stavolta ho voluto onorare il Capodanno dal punto di vista enogastronomico, non allenarmi il 1° gennaio e riprendere il 2.
Capodanno
Interrompere le usanze, per un abitudinario come me, può scatenare gli astri: e così è stato. Non tanto per l’abuso di cibi e alcolici della cena del 31 dicembre, che ho comunque assorbito bene l’indomani (mangiare e bere tanto è tollerabile solo se la qualità degli alimenti è più che dignitosa). Quanto perché, nella corsa lenta del 2 gennaio, la prima del 2024, ho percepito che qualcosa non andava.
E due
Siccome a Genova, in queste settimane, il Covid sta gironzolando sin troppo allegramente, i miei sintomi (naso che colava, brividi e muscolatura affaticata) non me l’hanno contata giusta. Ho fatto un tampone rapido e rieccomi, per la seconda volta, positivo al Coronavirus.
Un covidino da nulla, va detto, senza febbre e con i sintomi riassorbiti in poco più di ventiquattro ore. E soprattutto molto breve: nel pomeriggio del 5 gennaio ero di nuovo negativo.
Per cui… a noi due, 2024!
Per cui, a cavallo tra il 2023 e il 2024 mi è successo un po’ di tutto: programmazione, grandi entusiasmi e tanta voglia di correre, uno stop inatteso ma tutto sommato indolore e pure benefico, perché mi ha ricordato che le cose non vanno mai solo bene troppo a lungo.
E adesso c’è questo nuovo viaggio verso la maratona di Milano, per una volta senza un obiettivo cronometrico prefissato ma con la curiosità di vedere cosa potrà ancora combinare un modestissimo podista amatore di mezza età.
D’accordo con il mio allenatore, aumenterò gli allenamenti settimanali, passando da quattro a cinque. E dedicherò una giornata a settimana a fare esercizi per aumentare la forza degli arti inferiori, allo scopo non di arrestare (magari si potesse) ma rallentare la sarcopenia, cioè la perdita progressiva della massa muscolare.
Per cui, insomma, a noi due, 2024!
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