Impegno e fatica? Sì, grazie

Se voi, cari lettori, doveste pensare agli allenamenti o gare condotti meglio, quelli in cui stavate così bene che avreste continuato all’infinito, quelli in cui eravate in una condizione di flow, ecco: se voi doveste ripensarci, cosa direste?

Non vi ricordate una condizione mentale di grande leggerezza, quasi un piacere di accogliere la fatica proprio nei momenti più duri?

Ebbene sì, perché la mente può essere un impareggiabile alleato. O la più grande sabotatrice: pensiamo a tutte le frasi e i pensieri negativi che ci invadono quando proprio non è giornata, e se ci attende un allenamento particolarmente impegnativo sappiamo già dopo pochi minuti che non lo porteremo a termine, o comunque non nel modo migliore.

E poi c’è un’altra dicotomia, assieme a quella della mente alleata o avversaria: quella che contrappone la strenua volontà di migliorarsi al talento. A proposito di talento: quando decidiamo che altri ne dispongono in misura maggiore rispetto a noi, ci siamo già creati un ottimo alibi per starcene ben al di qua dei nostri limiti.

Ecco: di questo e altro parla L’atteggiamento mentale vincente. Storie di campioni e tecniche per migliorare la performance sportiva, scritto da Iacopo Casadei e Nicoletta Tozzi, e uscito nel marzo del 2023 per Elika Editrice.

L'atteggiamento mentale vincente

Gli autori

Iacopo Casadei è uno psicologo del lavoro mentre Nicoletta Tozzi, oggi executive sport coach e formatrice aziendale, è un’ex mezzofondista, nove volte campionessa italiana sugli 800 metri.

I due autori de L’atteggiamento mentale vincente si dividono egregiamente i compiti: nei quattro capitoli della prima parte, Casadei si occupa degli aspetti teorici che poi, nei due capitoli finali, Nicoletta Tozzi declina da par suo, condividendo testimonianze prese dalla propria carriera di atleta di altissimo livello, e fornendo diversi spunti concreti ai lettori.

Ma veniamo al libro.

L’atteggiamento mentale vincente

Usain Bolt è stato Usain Bolt e Mike Tyson è stato Mike Tyson: beati loro.

Certamente. Ma i due fuoriclasse rientrano tra gli innumerevoli e spesso gustosi esempi portati da Iacopo Casadei, che sgretolano la seconda dicotomia di cui abbiamo parlato, o quanto meno ne riducono di molto la drasticità.

Il talento, insomma, esiste, ma non è certo la sola condizione preparatoria di un curriculum sportivo di eccellenza. Molto di più conta la dedizione e, come appunto vuole il titolo, la costruzione del giusto atteggiamento mentale.

Pensate: nelle primissime pagine del volume scopriamo che Bolt alle elementari non era nemmeno il più veloce della propria scuola!

Uno dei passaggi emblematici de L’atteggiamento mentale vincente, che ne è anche un’ottima sintesi, ci attende a p. 35: “Il talento è la miccia, il punto di partenza, ma ciò che infine vediamo sbocciare nella professionalità di un grande sportivo è molto più complesso: è il prodotto di una serie di progressivi arricchimenti, frutto di duro lavoro ma anche dell’attenzione costante a capire e migliorare quello che serve a un atleta nei diversi contesti (o ruoli) in cui si trova a operare”.

È ben nota la cosiddetta teoria delle diecimila ore, per cui diversi studi condotti su sportivi – ma anche su musicisti – hanno dimostrato come esista un solido legame tra il numero di ore spese nell’allenamento e l’eccellenza dei risultati conseguiti.

Benvenuta, fatica

Noi podisti che amiamo le lunghe distanze sappiamo bene (e così passiamo alla prima delle due dicotomie citate all’inizio) quanto sia importante saper riconoscere la fatica, resisterle, conviverci.

Entrambi gli autori de L’atteggiamento mentale vincente si soffermano a lungo su questo fondamentale aspetto. Se il tormentone “I limiti sono solo nella nostra testa” è una frottola che sta girando impunemente da qualche tempo nel mondo dello sport amatoriale, di certo i limiti sono molto più in là di quanto possiamo credere, e compito di ogni buon atleta è avvicinarcisi il più possibile.

Non a caso, uno dei paragrafi del quinto capitolo, affidato a Nicoletta Tozzi, si chiama “Amare la fatica per vincerla”. Lo diceva anche il grande ex maratoneta Gianni Poli, l’ideatore della splendida Cortina-Dobbiaco: quando la fatica arriva, bisogna abbracciarla.

Teniamo insomma alla larga quello che gli autori chiamano “pensiero disfunzionale”, ricordiamoci – altra citazione – del “divieto di lamentela” (che come unico risultato potrebbe peggiorare la nostra condizione psicologica) e arrendiamoci all’idea che più ci dedichiamo con passione e tenacia allo sport, più possiamo trarne benefici. Oltre che gioie.



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Claudio Bagnasco
Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975. Suoi brani narrativi e saggistici sono apparsi su vari blog e riviste. Ha pubblicato alcuni libri, tra cui i romanzi "Silvia che seppellisce i morti" (Il Maestrale 2010) e "Gli inseguiti" (CartaCanta 2019), e la raccolta di racconti "In un corpo solo" (Quarup 2011). Ha curato il volume "Dato il posto in cui ci troviamo. Racconti dal carcere di Marassi" (Il Canneto 2013). Il 31 ottobre 2019 è uscito il suo saggio "Runningsofia. Filosofia della corsa" (il Melangolo, seconda edizione 2021). Con Giovanna Piazza ha ideato e cura il blog letterario "Squadernauti". Ha ideato Bed&Runfast, il punto d'incontro fra il mondo del podismo e quello delle strutture ricettive. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com. Dal 2013 abita a Tortolì, dove gestisce un B&B con la sua compagna, corregge testi, insegna le parole difficili a sua figlia e corre.