Domanda a bruciapelo: quali sono i tre pilastri che concorrono a garantire una buona condizione di forma psicofisica? L’allenamento, d’accordo: e poi? Ben detto, cari lettori: l’alimentazione e il riposo.
Tutti noi sportivi amatori lo abbiamo imparato a memoria. Tuttavia sospetto che, almeno per quanto riguarda l’alimentazione, si stia andando verso un’informazione sempre più schizofrenica (e verso comportamenti altrettanto incoerenti). Da una parte si professa il ritorno a un rapporto più primigenio col cibo, a una generica riappropriazione dei gusti dei bei tempi andati. Ed ecco dunque la comparsa delle più svariate e fantasiose diete, che spesso ricalcano – non si capisce bene perché – abitudini alimentari preistoriche. Ma dall’altra parte, chiamati come siamo a una vita sempre più frenetica, ci troviamo circondati da pranzi pronti, alimenti di immediato consumo, confezionati per durare mesi (e quindi vi lascio immaginare quanto salubri).
Ho conosciuto di persona un giovane dirigente che, per non perdere tempo (ma loro dicono per ottimizzare), alle 13.00 in punto perde non più di un paio di minuti per nutrirsi con un non meglio definito cibo in polvere.
È del tutto evidente che c’è un certo bisogno di fermarci e ragionare sull’importanza di un’alimentazione sana, con tutte le sfumature che questo aggettivo porta con sé.
Elena Casiraghi
Prova ad andare in questa direzione I superalimenti. I cibi che fanno bene a noi e al nostro pianeta, libro scritto da Elena Casiraghi e pubblicato da Cairo nel marzo del 2022. Di Casiraghi avevamo già recensito qui, uscito per il medesimo editore nell’ottobre del 2020, L’alimentazione non è competizione.
Chi è Elena Casiraghi? Beh, non solo la voce femminile che ogni domenica, nella trasmissione radiofonica Deejay Training Center, accompagna Linus, Stefano Baldini e Davide Cassani fornendo agli ascoltatori utili consigli alimentari.
Ma anche (anzi: soprattutto) un’ex canottiera e triatleta professionista, oggi docente di Teoria e metodologia dell’allenamento all’Università di Pavia oltre che ricercatrice e divulgatrice scientifica per l’Equipe Enervit.
I superalimenti
Il titolo del libro, e ancora più il sottotitolo, dicono già molto.
E introducono già uno spunto di riflessione inedito: perché pensare alla qualità del nostro cibo solo da un punto di vista egoistico? Ora che l’emergenza climatica è sempre più grave si potrebbe, ad esempio, ragionare sulla superficie di suolo sfruttata per produrre determinati alimenti. Ecco una delle intuizioni contenute ne I superalimenti.
E poi: legumi, cereali, pseudocereali, semi, frutta oleosa… Ne mangiamo abbastanza? Ne conosciamo le proprietà nutrizionali? Sappiamo come aggiungerle in modo creativo ai nostri piatti?
Quali le combinazioni di cereali consigliate, e quali quelle da evitare? E perché?
Oltre a questi suggerimenti, ne I superalimenti c’è una serie di consigli pratici su come organizzare la propria quotidianità alimentare, dalla colazione alla cena, passando per lo spuntino e per l’aperitivo. Casiraghi parte dai propri gusti personali, fornendo diverse ricette e idee.
Prezioso è poi il capitolo finale, che affronta un argomento quanto mai attuale (e che dovrei far leggere al giovane dirigente di mia conoscenza). I cibi è come se ci chiamassero a tempi lunghi, sia per cucinarli che per consumarli (e la letteratura scientifica è piena di titoli che mostrano quanto ci danneggi non solo un’alimentazione poco equilibrata, ma anche l’ingurgitarsi in tempi record con il pensiero già proiettato sul resto delle incombenze giornaliere).
Preparare e consumare le vivande, magari anche come momento di condivisione, non è tempo perso. Ma semmai tempo utilizzato nel modo migliore: trasformando i prodotti della natura (gli altri sarebbe meglio lasciarli perdere) in fonte di energia e socialità.
E nessun rammarico all’idea che il tempo per allestire un buon pranzo è di gran lunga maggiore rispetto a quello del consumo: noi maratoneti sappiamo che, dopo mesi di preparazione, la gara dura un soffio. Eppure sappiamo pure che il bello di una maratona non sono solo i 42 chilometri e 195 metri, ma anche tutti gli allenamenti che ci conducono sulla linea di partenza.
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