Ulysses Running, scarpe da lupi

Se un nuovo marchio di scarpe da corsa si affaccia nel già piuttosto ingombro mercato di riferimento, dovrà pur avere le sue buone ragioni.

E ci pare che l’azienda di cui vi parliamo oggi, Ulysses Running, le abbia nel motivo stesso della sua nascita, che si è poi travasato nella tecnologia che innerva i suoi primi tre modelli, lanciati nel mese di gennaio del 2024. Andiamo dunque alla scoperta di Ulysses Running, con una particolare attenzione per il modello da strada, che abbiamo testato.

Ulysses Running

Ulysses Running

Ulysses Running è un’azienda che potremmo definire italo-americano-elvetica. Italiani sono i due fondatori, Massimiliano Pedroni e Massimo Rinaldi, quest’ultimo ingegnere di stanza negli States. Mentre Svizzera è la sede della società.

Ma perché la peculiarità di Ulysses, dicevamo, coincide con il motivo della sua nascita? Perché osservando il suo cane lupo Ulisse, Pedroni si è accorto di come i polpastrelli dell’animale aderissero con facilità a ogni fondo.

Da qui, forte dei suoi studi di veterinaria, della sua passione per la corsa (da amatore di buon livello) e del suo impiego come commerciante in ambito sportivo, l’idea di tradurre questa peculiarità in una scarpa da corsa adeguata a ogni tipo di appoggio.

Dal sogno alla realtà, il passaggio è avvenuto attraverso un periodo di studi sia sulla biomeccanica umana sia sui materiali, per arrivare al brevetto della tecnologia adattiva Nars (Natural adaptive running system), che si trova nei tre primi modelli lanciati a gennaio.

La tecnologia adattiva Nars, in estrema sintesi, offre sostegno agli iperpronatori ma è adeguata anche a chi ha un appoggio neutro o da supinatore.

I primi tre modelli di Ulysses Running

Abbiamo testato le Waya Urc1, pensate per l’asfalto e uscite assieme al modello Maikoh, per il trail. E alle interessantissime Honi, messe a punto per le sessioni di recupero e per l’allenamento su superfici di gomma: più in concreto, per i molti podisti che, magari per motivi climatici o per la propria organizzazione quotidiana, si allenano spesso sul tapis roulant domestico o su quello di una palestra.

L’azienda ha già fatto sapere che nei prossimi mesi conosceremo altri nuovi modelli.

Waya Urc1, caratteristiche tecniche

Le Waya Urc1, primo modello da strada di Ulysses Running, hanno un drop di 6 millimetri (l’intersuola è 31 millimetri sul tallone e 25 in punta).

La tomaia è in rete jacquard di poliestere con supporto in PU e puntale protettivo in TPU. Il rivestimento è in poliestere e la soletta di 6 millimetri è in EVA parzialmente riciclata. I lacci sono riciclati al 100%.

L’intersuola delle Waya Urc1 è in G-Foam ad alto rimbalzo e in ammortizzante EVA iniettato con azoto. La suola è in gomma resistente Paw-Grip, con rete smerlata per contenere il peso.

Nella protuberanza sulla zona laterale esterna del tallone è stata applicata la tecnologia Fis (First impact spoiler), che corregge l’atterraggio del piede, limitando i rischi di sviluppare la fascite plantare.

Il test

La robustezza e il peso delle Waya (380 grammi per il numero maschile US 13) parlano chiaro: si tratta della scarpa di Ulysses Running per lunghe e lunghissime distanze, o comunque per chi cerca comfort a scapito della velocità. È una scelta in controtendenza, oggi che sempre più aziende cercano il modello all-in-one (rischiando magari di produrre ibridi che non soddisfano né quanto ad ammortizzazione né quanto a reattività).

Alla calzata, la Waya si è in effetti dimostrata comodissima, e provata in distanze sino ai venti chilometri, con qualche cambio di ritmo, si è rivelata stabile e con una buona risposta.

Ci sembra la calzatura adatta a chi voglia iniziare a correre, o a chi cerchi un’alleata per preparare e correre distanze sino alla maratona ma anche oltre.



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Claudio Bagnasco
Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975. Suoi brani narrativi e saggistici sono apparsi su vari blog e riviste. Ha pubblicato alcuni libri, tra cui i romanzi "Silvia che seppellisce i morti" (Il Maestrale 2010) e "Gli inseguiti" (CartaCanta 2019), e la raccolta di racconti "In un corpo solo" (Quarup 2011). Ha curato il volume "Dato il posto in cui ci troviamo. Racconti dal carcere di Marassi" (Il Canneto 2013). Il 31 ottobre 2019 è uscito il suo saggio "Runningsofia. Filosofia della corsa" (il Melangolo, seconda edizione 2021). Con Giovanna Piazza ha ideato e cura il blog letterario "Squadernauti". Ha ideato Bed&Runfast, il punto d'incontro fra il mondo del podismo e quello delle strutture ricettive. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com. Dal 2013 abita a Tortolì, dove gestisce un B&B con la sua compagna, corregge testi, insegna le parole difficili a sua figlia e corre.