Tutto quello che avreste voluto sapere sullo psoas (ma non avete mai osato chiedere)

Nel suo ultimo libro, Tipi che corrono, Fulvio Massini ci svela che Carlo Vittori – allenatore tra gli altri del grande Pietro Mennea – reputava l’ileopsoas “il muscolo più importante della corsa”.

L’ileopsoas è in realtà un gruppo muscolare, composto – come suggerisce il nome – dal muscolo iliaco e dallo psoas. E proprio allo psoas è dedicato un bel volume illustrato, dato alle stampe per il pubblico italiano nel luglio del 2019 dal Gruppo Macro, che sarà oggetto di questa nostra breve recensione.

Psoas. Il mio muscolo più importante

Psoas. Il mio muscolo più importante, scritto da Jo Ann Staugaard-Jones, è composto di dieci capitoli suddivisi in tre parti.

La prima parte del volume illustra l’anatomia dello psoas, fondamentale muscolo scheletrico per la sua funzione di collegamento tra la colonna vertebrale e le gambe (dunque tra la metà superiore e quella inferiore del corpo umano). Essendo un muscolo preposto alla stabilità del core oltre che all’articolazione delle anche e della colonna lombare, possiamo facilmente intuirne l’importanza per noi podisti. Lo psoas dà inoltre sostegno agli organi interni, e si unisce al diaframma nel plesso solare.

Una curiosità: lo psoas comprende il grande psoas e il piccolo psoas; e quest’ultimo, secondo alcune teorie, sarebbe destinato a “estinguersi” perché non più necessario.

Nella prima sezione troviamo un utilissimo esercizio per il rilassamento di questo muscolo, e una serie di esercizi per sciogliere, tonificare e rinforzare l’articolazione sacroiliaca e il core. Il terzo capitolo della sezione è interamente dedicato alla prevenzione del dolore lombare attraverso alcuni esercizi. Chiude la prima parte un capitolo in cui sono illustrati ventuno esercizi di Pilates funzionali alla flessibilità dello psoas.

Nei due capitoli della seconda parte si abbandona la prospettiva anatomica, per considerare il prezioso e misconosciuto legame tra cervello, sistema nervoso e intestino: più concretamente, il buon funzionamento e il rilassamento di muscoli come lo psoas possono influire positivamente sull’equilibrio psicologico ed emotivo (non dimentichiamoci che del sistema nervoso periferico fanno parte il sistema nervoso somatico e quello autonomo, responsabile della regolazione degli organi interni e delle ghiandole).

Nella terza parte si analizza il sistema energetico dei principali chakra, sette centri psicoenergetici che secondo alcune filosofie orientali ricevono, assimilano e ridistribuiscono l’energia vitale.

Data la sua collocazione nel plesso solare, lo psoas è coinvolto nei primi tre chakra, altrimenti detti chakra inferiori. Per ciascuno di questi tre chakra sono indicate diverse posture yoga, o asana, utili a potenziare il ruolo dello psoas come “abilitatore” (p. 94) del flusso energetico.

Una breve appendice tratteggia la mesta condizione dell’uomo contemporaneo, la cui sedentarietà ha ripercussioni non piccole sulla mobilità delle anche.

Conclusioni

A prescindere dal grado di adesione alle pratiche yoga e alle filosofie orientali, le tre sezioni di questo volume testimoniano l’indubbia centralità (metaforica… e non) dello psoas, e le sue molteplici funzioni. Il fatto che esso colleghi la parte superiore e quella inferiore del corpo è già un sufficiente segnale di quanto questo muscolo sia prezioso.

Anche per noi podisti, oggi che la corsa non è più vista come una disciplina per il cui proficuo svolgimento è sufficiente inanellare un certo numero di chilometri: sempre più coach, infatti, dedicano parte degli allenamenti al rafforzamento del core, del busto e degli arti superiori, oltre a somministrare esercizi di stretching e mobilità.

Se a noi podisti amatori piace pensare alla corsa come a un’attività integrata in modo naturale all’esistenza quotidiana, sarebbe saggio iniziare a guardare alla nostra persona come un unicum, da mantenere in una buona condizione di forma sia per quanto riguarda il versante fisico (in toto, non limitandosi agli arti inferiori) che quello psicologico, senza dimenticare quello emotivo.

La cura dello psoas potrebbe in questo senso essere un ottimo punto di partenza. Buone corse e buona lettura a tutti!



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Claudio Bagnasco
Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975. Suoi brani narrativi e saggistici sono apparsi su vari blog e riviste. Ha pubblicato alcuni libri, tra cui i romanzi "Silvia che seppellisce i morti" (Il Maestrale 2010) e "Gli inseguiti" (CartaCanta 2019), e la raccolta di racconti "In un corpo solo" (Quarup 2011). Ha curato il volume "Dato il posto in cui ci troviamo. Racconti dal carcere di Marassi" (Il Canneto 2013). Il 31 ottobre 2019 è uscito il suo saggio "Runningsofia. Filosofia della corsa" (il Melangolo, seconda edizione 2021). Con Giovanna Piazza ha ideato e cura il blog letterario "Squadernauti". Ha ideato Bed&Runfast, il punto d'incontro fra il mondo del podismo e quello delle strutture ricettive. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com. Dal 2013 abita a Tortolì, dove gestisce un B&B con la sua compagna, corregge testi, insegna le parole difficili a sua figlia e corre.