La Ciclovia della Romagna-Toscana

Una monomania e le sue (rare) crepe

Il mio ben noto rapporto monogamico nei confronti del podismo ogni tanto patisce qualche piccola distrazione, e mi dà modo di raccontarvi cosa succede nel mondo delle altre discipline, specie in quella branca amatoriale del ciclismo che oggi prende il nome di cicloturismo, pratica virtuosa che unisce l’amore per le due ruote a quello per una modalità moderna, attiva ed ecologica di vivere il paesaggio.

Mentre cullo il sogno che tutto il mondo sia attraversato da piste ciclopedonali (se solo gli amministratori più riottosi capissero che benefici se ne trarrebbe in termini di benessere della cittadinanza e di turismo di qualità…), di tanto in tanto mi arrivano liete notizie, che riporto sempre con grande piacere. Due di esse, nei mesi scorsi, erano legate a due libri sul ciclismo, Il manuale delle piste ciclabili e della ciclabilità e Bikesofia, che ho rispettivamente recensito qui e qui.

La Ciclovia

La terza lieta notizia sul mondo della bicicletta mi è stata data in tempo pressoché reale dagli amici di SPM, che su impulso della Regione Emilia-Romagna hanno realizzato una serie di eventi per promuovere la nascita di una ciclovia di centodieci chilometri, finalizzata proprio dalla Regione nel ruolo di partner del progetto europeo Inherit, il cui scopo è valorizzare la promozione di un turismo sostenibile nelle aree del Mediterraneo con un notevole patrimonio naturale e non ancora prese d’assalto dal turismo di massa.

Cosa dire della ciclovia, a parte tutto il mio rammarico per non averla ancora percorsa? Che si snoda attraverso otto comuni tra Emilia-Romagna e Toscana, e che costituisce un importante collegamento tra altri sentieri cicloturistici e cammini lenti che puntano a diversi luoghi d’Italia e d’Europa (oh quanto ci sarebbe da dire anche sulla bellezza del cammino… Vi rimando almeno alla mia recensione a Nati per camminare di Alessandra Beltrame, che trovate qui).

Per sancire subito lo spirito internazionale – o globale, come si usa e abusa dire oggi – che anima la ciclovia, sette giornalisti provenienti da tutta Europa sono stati invitati a farne in anteprima alcune tappe: e così, cavalcando le e-bike, hanno intrapreso un vero e proprio viaggio culturale, durante il quale hanno inoltre potuto gustare i piatti tipici dei luoghi che attraversavano. È stato dunque anche un minitour di buon auspicio per la ripartenza delle varie attività legate alla ricettività, dopo un periodo così travagliato.

Il tracciato, con partenza a Castrocaro Terme e arrivo a Bagno di Romagna, è suddiviso in cinque tappe immerse in una natura mozzafiato e che non ha ancora subito un’eccessiva antropizzazione: calanchi di argilla, foreste, laghi, parchi fluviali e sorgenti termali sono solo alcuni degli spettacolari ambienti in cui si imbatterà chi attraverserà la ciclovia.

Il progetto Inherit ha dato la possibilità alla Regione Emilia-Romagna di promuovere un’altra fondamentale via per il turismo lento, la Via Romea Germanica: un antico cammino che pende il via a Stade, in Germania, e che attraversa Austria e Italia per terminare a Roma.

I ragazzi di SPM mi dicono che lo specifico progetto di realizzazione della Ciclovia Romagna-Toscana si trova in fase conclusiva: entro il 2021 sarà possibile accedere al sito web e scoprire il percorso integrale, le guide ai luoghi di interesse, i punti di noleggio delle biciclette, e reperire informazioni su dove pernottare e sulle specialità enogastronomiche.

Per quanto mi riguarda, abitando io in una regione geografica – l’Ogliastra – dalle enormi potenzialità, posso solo auspicare che iniziative simili servano da esempio virtuoso: ormai le zone di grande impatto ambientale devono saper proporre un’offerta integrata, capace di valorizzare le peculiarità del territorio, e soggiungo che le tradizioni locali dovrebbero essere sempre vissute non come un ripiegamento orgoglioso su di sé ma come il modo migliore per proporre la propria unicità a un palcoscenico europeo, mondiale o insomma – se proprio volete farmelo dire – globale.

Intanto, un plauso alla Ciclovia Romagna-Toscana, a Inherit, alla Regione Emilia-Romagna e a SPM.



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Claudio Bagnasco
Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975. Suoi brani narrativi e saggistici sono apparsi su vari blog e riviste. Ha pubblicato alcuni libri, tra cui i romanzi "Silvia che seppellisce i morti" (Il Maestrale 2010) e "Gli inseguiti" (CartaCanta 2019), e la raccolta di racconti "In un corpo solo" (Quarup 2011). Ha curato il volume "Dato il posto in cui ci troviamo. Racconti dal carcere di Marassi" (Il Canneto 2013). Il 31 ottobre 2019 è uscito il suo saggio "Runningsofia. Filosofia della corsa" (il Melangolo, seconda edizione 2021). Con Giovanna Piazza ha ideato e cura il blog letterario "Squadernauti". Ha ideato Bed&Runfast, il punto d'incontro fra il mondo del podismo e quello delle strutture ricettive. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com. Dal 2013 abita a Tortolì, dove gestisce un B&B con la sua compagna, corregge testi, insegna le parole difficili a sua figlia e corre.