“Impunità di gregge”: quando lo sport fa orrore

Benché, per scelta di chi scrive, la rubrica che state leggendo adotta quasi sempre una prospettiva ironica e leggera, siamo ben lungi dall’ignorare che anche il mondo dell’atletica, e più in generale dello sport, è attraversato in maniera più o meno sotterranea (e sottaciuta) da una serie di gravi e gravissimi problemi.

Ce lo ricorda in modo perentorio Impunità di gregge, libro scritto da Daniela Simonetti e uscito per Chiarelettere nel febbraio del 2021 con la prefazione di Marco Travaglio. E con l’eloquente sottotitolo Sesso, bugie e omertà nel mondo dello sport.

Chi è Daniela Simonetti

Daniela Simonetti, giornalista sportiva dell’Ansa, ha fondato nel 2019 la prima associazione italiana contro gli abusi nel mondo dello sport, che allora si chiamava Cavallo Rosa e oggi prende il nome di ChangeTheGame.

L’associazione raccoglie le confidenze delle vittime di atti sessuali nel mondo dello sport, e le accompagna nel percorso di denuncia davanti agli organi di giustizia ordinaria e sportiva.

impunità di gregge

Il libro

La nostra breve recensione al volume di Daniela Simonetti potrebbe partire da un raffronto con un libro di cui abbiamo parlato qualche settimana fa, Vivere lo sport per crescere sereni di Isabella Gasperini. Anche qui il sottotitolo non ha bisogno di spiegazioni: Tutto quello che c’è da sapere per sostenere piccoli sportivi.

Ed è proprio il sottotitolo del libro di Isabella Gasperini che, per contrasto, spiega di cosa tratta quello di Daniela Simonetti. E palesa la gravità dei crimini commessi dai personaggi descritti in Impunità di gregge.

Il volume è infatti, a voler adoperare una metafora un po’ greve e altrettanto logora ma non distante dal vero, una galleria degli orrori. Vengono citati svariati casi, che hanno riguardato lo sport italiano e di altri Paesi, in cui persone a diverso titolo coinvolte nella crescita sportiva di giovani atleti (di differenti discipline e di diverso spessore agonistico) hanno abusato di loro.

E dove sta il collegamento col libro della Gasperini? Lo capiamo leggendo un estratto di Impunità di gregge: “Tutti i casi – perpetrati sia da veri e propri pedofili (comunque perfettamente integrati nel tessuto sociale) sia da persone percepite come normali – hanno un comune denominatore: l’abuso è consumato all’interno di una relazione apparentemente affettiva, fiduciaria o sentimentale, comunque costruita sfruttando un ruolo e normalizzata in una simmetria solo apparente”, p. 23.

Ecco il punto: si tratta di adulti che dovrebbero contribuire alla crescita umana, sociale e sportiva di giovani atleti; e che invece, sfruttando l’autorità (e talvolta il fascino) che deriva dalla propria posizione, approfittano di loro, compromettendone il futuro.

“La vita di un bambino – leggiamo a p. 220 – dovrebbe essere al centro di qualunque progetto sportivo che abbia o voglia avere una qualche dignità, una vita da difendere anche a costo di sacrificare onore e gloria. Una vita da mettere al riparo da ogni forma di violenza fisica o verbale e anche psicologica, da tutelare contro qualsiasi sopraffazione”.

Il libro è anche il resoconto di una scandalosa serie di minimizzazioni (quando non di insabbiamenti) da parte delle varie federazioni sportive. È quell’atteggiamento omertoso e connivente che il 18 luglio del 2018 ha portato alle dimissioni di Enrico Cataldi, ex generale dei Carabinieri chiamato a dirigere la Procura generale dello sport nel 2014.

Cataldi, all’indomani delle dimissioni, aveva dichiarato: “Qui c’è un muro che si oppone a ogni cambiamento: la giustizia è e deve restare cosa delle federazioni e nessuno super partes deve poter metterci il naso. Ho passato la vita a lottare cercando di fare giustizia e seguendo casi difficilissimi, ora mi rendo conto nello sport l’impresa è superiore alle mie forze”.

La sensazione, mesta, è che – nonostante volumi meritori come Impunità di gregge e associazioni come ChangeTheGame, le cose inizieranno a cambiare solo quando sarà sradicata una cultura (non solo sportiva) basata sul maschilismo, sulla sopraffazione del più debole e sulla volontà di un immediato soddisfacimento dei propri desideri e istinti.

Sì, ma quando?



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Claudio Bagnasco
Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975. Suoi brani narrativi e saggistici sono apparsi su vari blog e riviste. Ha pubblicato alcuni libri, tra cui i romanzi "Silvia che seppellisce i morti" (Il Maestrale 2010) e "Gli inseguiti" (CartaCanta 2019), e la raccolta di racconti "In un corpo solo" (Quarup 2011). Ha curato il volume "Dato il posto in cui ci troviamo. Racconti dal carcere di Marassi" (Il Canneto 2013). Il 31 ottobre 2019 è uscito il suo saggio "Runningsofia. Filosofia della corsa" (il Melangolo, seconda edizione 2021). Con Giovanna Piazza ha ideato e cura il blog letterario "Squadernauti". Ha ideato Bed&Runfast, il punto d'incontro fra il mondo del podismo e quello delle strutture ricettive. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com. Dal 2013 abita a Tortolì, dove gestisce un B&B con la sua compagna, corregge testi, insegna le parole difficili a sua figlia e corre.