Fascia portaborraccia Revenge S02: si beve ma non si balla!

Quando noi maratoneti (per non parlare di chi prepara ultramaratone o ultratrail) affrontiamo allenamenti particolarmente lunghi – i lunghissimi, come si dice in gergo – ci troviamo davanti a un dilemma: come idratarci? In pochi decidono di affidarsi alle mitiche fontanelle, per non correre il rischio che siano chiuse e per non rallentare; il problema non sta tanto nei pochi secondi che si perderebbero fermandosi a bere, quanto nel ripartire e ritrovare il ritmo (chi non ha mai corso trentacinque chilometri o più, non immagina la deriva psicofisica cui si va incontro in quei momenti: anche una mosca che ronza a duecento metri di distanza può essere considerata un fastidio inaccettabile. In quei momenti non ci deve essere il minimo imprevisto).

Per questo motivo, in molti si trovano male col camel bag: è pesante, dondola, fa sudare la schiena, l’imboccatura da cui bere non è delle più agevoli e per il rumore dell’acqua che si muove all’interno della sacca vale il discorso della mosca.

Ci sono allora le cinture portaborraccia, ma spesso sono scomode da indossare, le borracce ballano inesorabilmente e il momento dell’estrazione, ma soprattutto quello del reinserimento dopo aver bevuto, si rivelano drammatici.

Quindi?

Revenge S02

Quindi ci viene in soccorso la fascia trail portaborraccia Revenge S02, che ho testato negli ultimi due lunghissimi prima della White Marble Marathon.

La Revenge S02, disponibile in cinque misurazioni, ha una chiusura in velcro, due ampie tasche (una esterna con un gancio di sicurezza per le chiavi e una interna per oggetti piatti come lo smartphone) e un vano universale per qualunque borraccia da mezzo litro.

Il primo dei due piccoli miracoli di questa fascia è che, davvero, la borraccia non subisce alcun rimbalzo durante la corsa: non esagero se dico che ci si dimentica di averla, specie quando si entra nella fase mistica, diciamo dal trentesimo chilometro in poi (ricordatevi l’esempio della mosca).

Per spiegare il secondo piccolo miracolo occorre premettere che questo prodotto fa parte della linea di tutori Revenge prodotta dalla Pavis S.p.A., azienda italiana del settore ortopedico che da oltre cinquant’anni è specializzata nella produzione di tutori sportivi e medicali. E in effetti la fascia S02, ecco il secondo piccolo miracolo, fornisce anche un eccellente supporto lombare, graditissimo specie verso la fine degli allenamenti lunghi, quando noi podisti amatori tendiamo a scomporci e ad abbandonare la corretta postura. Per ottenere il massimo beneficio in questo senso, non si deve aver timore nello stringere bene in vita la fascia, che oltre a essere leggera è anche estremamente flessibile e di grande vestibilità.

Una curiosità svela il motivo dell’eccellenza di questo prodotto: la S02 è il risultato finale di una serie di prototipi studiati, testati e via via migliorati da Barbara Frangi, responsabile marketing di Pavis nonché valente trail runner.

Insomma: se alla tecnologia messa a punto da un’azienda con più di cinquant’anni di attività e di organizzazione integrata (dalla ricerca e sviluppo alla tessitura, dalla produzione alla commercializzazione e al servizio clienti) si sommano le prove sul campo di un’atleta appassionata e capace, il successo è praticamente assicurato.

Fascia portaoggetti S03 e conclusioni

Ho provato anche, in un paio di allenamenti di media lunghezza, la fascia portaoggetti S03, praticissima da indossare, nella cui ampia tasca interna accessibile da quattro aperture si possono riporre piccoli oggetti come chiavi di casa (anche in questo caso sfruttando un gancio di sicurezza), gel pack e smartphone. La fascia, particolarmente elastica, offre anche un piccolo sostegno lombare.

Non so cosa gli amici che praticano trail runner pensino di questi prodotti, ma per quanto mi riguarda ho risolto due spinose questioni: dove infilare le chiavi quando corro in luoghi lontani da casa (o quando in casa non c’è nessuno) grazie alla fascia S03, e soprattutto come idratarmi durante i lunghissimi grazie alla fascia S02.

Sperando che le fontanelle non se la prendano.



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Claudio Bagnasco
Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975. Suoi brani narrativi e saggistici sono apparsi su vari blog e riviste. Ha pubblicato alcuni libri, tra cui i romanzi "Silvia che seppellisce i morti" (Il Maestrale 2010) e "Gli inseguiti" (CartaCanta 2019), e la raccolta di racconti "In un corpo solo" (Quarup 2011). Ha curato il volume "Dato il posto in cui ci troviamo. Racconti dal carcere di Marassi" (Il Canneto 2013). Il 31 ottobre 2019 è uscito il suo saggio "Runningsofia. Filosofia della corsa" (il Melangolo, seconda edizione 2021). Con Giovanna Piazza ha ideato e cura il blog letterario "Squadernauti". Ha ideato Bed&Runfast, il punto d'incontro fra il mondo del podismo e quello delle strutture ricettive. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com. Dal 2013 abita a Tortolì, dove gestisce un B&B con la sua compagna, corregge testi, insegna le parole difficili a sua figlia e corre.