361° Meraki, ammortizzate con brio

Bentrovati. Almeno una buona notizia c’è, in questi giorni di caldo torrido, in cui le mie prestazioni podistiche (già modeste nel resto dell’anno) raggiungono livelli sconfortanti. Lo so, d’estate bisogna correre meno e a ritmi più blandi, ma poi succede che ci si annoia, e così si introduce qualche allenamento di qualità (cosa sarà mai, uno ogni tanto… Anzi, ora che sto spingendo meno sarò più riposato e andrò più forte), che puntualmente ci restituisce dei riscontri cronometrici inconfessabili.

La buona notizia cui accennavo non proviene da me, ma dalle scarpe che da poco più di un mese sto indossando a ogni allenamento: si tratta delle 361° Meraki, un modello che tenta di risolvere il dilemma incombente su moltissimi amatori di media qualità, alla cui categoria appartengo. Dilemma sintetizzabile in una domanda: esisterà mai una scarpa da corsa ben ammortizzata, e quindi adatta a percorrere lunghe distanze a ritmi non vertiginosi, ma allo stesso tempo leggera, e magari anche reattiva, che dunque mi permetta di “spingere” quando ne avessi la necessità?

361°

Due parole, intanto, sul marchio: approdata recentemente in Italia, la 361° nasce in Cina nel 2003, e ha per motto (o payoff, come dicono oggi gli ossessionati dall’anglofonia) One degree beyond, ossia Un grado oltre, che dà subito conto dell’atteggiamento aggressivo dell’azienda sul mercato; aggressività confermata da una presenza piuttosto massiccia nelle riviste di settore, nonché nei luoghi virtuali presidiati dai podisti, social compresi (con una spiccata attenzione al reclutamento degli ambassador, scelti non tanto fra i professionisti quanto fra gli amatori con un buon seguito di follower: un plauso a questa lungimirante strategia di marketing).

Peculiare di tutti i modelli 361° è il sistema di ammortizzazione QU!KFOAM, composto da una mescola a tre strati che garantisce un buon equilibrio da ammortizzazione e reattività. Ma veniamo al modello testato.

Meraki1

361° Meraki. Le caratteristiche

Si tratta di un modello neutro, il cui peso dichiarato è di 289 grammi per la misura maschile US 9, con 9 millimetri di differenziale (d’accordo, chiamiamolo drop), dalla calzata comoda e la cui tomaia – disponibile in diverse e anche sgargianti colorazioni – ha una maglia priva di cuciture e di buona traspirabilità; grazie al sistema Fitz-Rite, inoltre, la scarpa si adatta bene alla forma del piede, limitando i movimenti non necessari.

La Qu!ckFlex è una suola progettata per bilanciare l’appoggio del piede, migliorando così trazione e accelerazione; suola al cui interno è collocata la Qu!ckSpine, una lastra stabilizzatrice in fibra di carbonio. Infine, la linguetta Pressure Free Tongue aumenta il comfort e diminuisce il rischio di irritazioni.

361° Meraki. Le sensazioni

Al di là dell’elencazione di ogni singola caratteristica (a cui mi sento di aggiungere le ottime stringhe, elastiche, robuste e sufficientemente lunghe, cosa non scontata per una calzatura da running), è forse più importante restituire in sintesi le impressioni suscitate dalle 361° Meraki. Che sembrano proprio rispettare le non facili promesse di modello ibrido, pensato cioè per le lunghe distanze ma con une reattività che il più delle volte manca alle ammiraglie dei vari marchi.

Di solito, infatti, l’ansia di creare modelli di sicura ammortizzazione, rende piuttosto inservibile la scarpa per i lavori di qualità. Ed è un errore strategico, perché difficilmente l’amatore medio (a meno che non sia preda di un certo fanatismo) si sogna di acquistare un paio di scarpe per i lunghi e lunghissimi e uno per gli allenamenti di velocità; e così si trova davanti a una scelta limitante in un senso o nell’altro.

La Meraki colma con intelligenza questa lacuna, proponendosi come calzatura ideale anche per la preparazione di una maratona: ha la robustezza idonea per lunghissimi con ritmi da amatore non agli esordi né eccessivamente evoluto – diciamo dai 4’15” ai 5’15” al chilometro – e offre una risposta adeguata per lavori più brillanti a ritmi discreti (le ho provate sia negli sprint in salita che nelle ripetute in piano sui 200 e 400 metri).

Benvenute dunque Meraki, modello che nella sua alta qualità e nel suo originale posizionamento rispecchia bene la scelta dell’azienda di investire in un marketing innovativo e di grande appeal.

Buone corse, idratatevi a dovere e non deprimetevi se in questi giorni le gambe non girano!



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Claudio Bagnasco
Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975. Suoi brani narrativi e saggistici sono apparsi su vari blog e riviste. Ha pubblicato alcuni libri, tra cui i romanzi "Silvia che seppellisce i morti" (Il Maestrale 2010) e "Gli inseguiti" (CartaCanta 2019), e la raccolta di racconti "In un corpo solo" (Quarup 2011). Ha curato il volume "Dato il posto in cui ci troviamo. Racconti dal carcere di Marassi" (Il Canneto 2013). Il 31 ottobre 2019 è uscito il suo saggio "Runningsofia. Filosofia della corsa" (il Melangolo, seconda edizione 2021). Con Giovanna Piazza ha ideato e cura il blog letterario "Squadernauti". Ha ideato Bed&Runfast, il punto d'incontro fra il mondo del podismo e quello delle strutture ricettive. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com. Dal 2013 abita a Tortolì, dove gestisce un B&B con la sua compagna, corregge testi, insegna le parole difficili a sua figlia e corre.