Salice Occhiali, vedi italiano (e vedi bene)

Quando faccio una digressione, ceri lettori, la faccio decisamente lunga.

Nel senso che in questo spazio vi ho parlato per anni di podismo, concentrandomi soprattutto sulle gare e sull’abbigliamento. Poi ho preso un certo gusto a fare scorribande in altri sport, e mi sono accorto che ormai da diverse settimane non ho più recensito un prodotto specifico per la nostra amata corsa, o comunque per gli sport di endurance.

L’opportunità di tornare sui miei passi mi è stata fornita dal fatto che, in questi giorni, mi getto in strada a correre intorno alle sette del mattino, quando c’è ancora un buio piuttosto fitto. Specie perché il mio tragitto preferito mi impone di iniziare l’allenamento con il sole alle spalle. Così, oltre a perdermi la magia di vederlo spuntare, per il primo paio di chilometri vedo ben poco.

E per i successivi tre o quattro mi trovo alle prese con una luce lattiginosa, tremula, che mi dà un certo fastidio. Specie se ho in programma allenamenti per me di una certa intensità.

Avrei avuto bisogno di un paio di occhiali. Ed esattamente un paio di occhiali, nelle scorse settimane, ho indossato e testato.

Salice Occhiali

Salice Occhiali

Me li ha forniti Salice Occhiali e, senza perderci in nazionalismi (un po’ pericolosi, di questi tempi), devo dire che è il primo paio di occhiali made in Italy che io abbia mai avuto.

Però un plauso a Salice, in questo senso, va fatto: negli anni della delocalizzazione, ha mantenuto le linee di produzione in Italia. Ed è del 1996 il payoff utilizzato ancora oggi, Vedi italiano.

Salice – ricordiamolo a beneficio dei più distratti – è un’azienda fondata nel 1919 a Musso (in provincia di Como), che produce occhiali per sportivi, oltre a maschere e caschi da sci.

Negli anni, anzi nei decenni, ha confezionato prodotti per generazioni di campioni e amatori.

Salice Occhiali

Il modello 021 e la tecnologia Salice

Salice da sempre punta all’estetica e allo stesso tempo alla qualità.

Le lenti del prodotto testato, l’occhiale 021, hanno quattro caratteristiche. Sono anzitutto lenti HC ad alto contrasto. Ossia filtrano i colori rosso, verde e giallo, creando maggior contrasto e senso di profondità. Questo porta a reazioni più rapide da parte di chi li indossa.

Poi sono lenti RWX by NXT®, cioè che si adattano a qualsiasi intensità luminosa. L’occhio rimane riposato sia con una luce intensa che con quella tenue dell’alba e del tramonto. Le lenti RWX by NXT® sono sottoposte a un trattamento superficiale oleorepellente che fa scivolare polvere e acqua dalla superfice esterna.

Inoltre si tratta di lenti fotocromatiche, che modificano la propria struttura chimica in base all’intensità della luce.

Infine, sono lenti polarizzate specchiate, che grazie a un filtro polarizzante assorbe la luce orizzontale, responsabile dell’abbagliamento e degli effetti di distorsione delle immagini, e lascia filtrare solo la luce verticale.

Salice Occhiali

Il test

Gli occhiali 021 di Salice pesano solo 30 grammi, avvolgono bene il viso, danno un’ampia visibilità (essendo a tutta lente) e le aste, bontà loro, non stringono troppo le tempie.

Gli 021 sono comunque rimasti ben saldi durante i miei allenamenti, grazie anche al nasello in gomma, che si adatta alla forma del naso. E proprio a nasello e aste è affidato il sistema di ventilazione: ottima cosa, per chi come me suda copiosamente anche nei mesi meno caldi.

A proposito di aste, possono essere bianche, nere o cristallo, e ogni tinta è abbinabile con tre colorazioni di lente. L’accoppiata che ho testato era composta da aste bianche e lente viola.

Gli occhiali Salice 021 sono multisport e, come abbiamo detto, si adattano perfettamente a qualunque luminosità.

Posso confermarlo: provati all’alba, hanno reso finalmente più vivida la luce (e meno traumatico il mio risveglio). Testati poi per un allenamento di 26 chilometri in una soleggiata mattina domenicale, hanno saputo proteggermi dai raggi intensi pur mantenendo integro lo spettro dei colori.

Test superato brillantemente: gli occhiali Salice 021 sono leggeri, comodi, hanno una visibilità davvero ampia e funzionano egregiamente con ogni luce. Aggiungiamo pure, per concludere, che hanno una linea accattivante ma semplice, perfetta per i signori di mezza età come me (e per chi, scherzi a parte, sa che non occorre che un gadget sia troppo sgargiante per essere bello).



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Claudio Bagnasco
Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975. Suoi brani narrativi e saggistici sono apparsi su vari blog e riviste. Ha pubblicato alcuni libri, tra cui i romanzi "Silvia che seppellisce i morti" (Il Maestrale 2010) e "Gli inseguiti" (CartaCanta 2019), e la raccolta di racconti "In un corpo solo" (Quarup 2011). Ha curato il volume "Dato il posto in cui ci troviamo. Racconti dal carcere di Marassi" (Il Canneto 2013). Il 31 ottobre 2019 è uscito il suo saggio "Runningsofia. Filosofia della corsa" (il Melangolo, seconda edizione 2021). Con Giovanna Piazza ha ideato e cura il blog letterario "Squadernauti". Ha ideato Bed&Runfast, il punto d'incontro fra il mondo del podismo e quello delle strutture ricettive. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com. Dal 2013 abita a Tortolì, dove gestisce un B&B con la sua compagna, corregge testi, insegna le parole difficili a sua figlia e corre.