Oxyburn, la compressione graduata per tutti gli sportivi

Oxyburn è un’azienda (italianissima, e precisamente bresciana, a dispetto del nome) che fa la felicità degli sportivi. Intanto perché produce capi di abbigliamento dall’impeccabile linea nonché progettati con materiali di prima qualità e tecnologie all’avanguardia. Per darvi un’idea, i tessuti di Oxyburn devono soddisfare sette parametri: capacità termoregolante, capacità di traspirazione, vestibilità, leggerezza, finezza, funzionalità e design.

E poi perché ogni prodotto di questo marchio è a compressione graduata, caratteristica che garantisce un’eccellente circolazione venosa, un costante massaggio dei muscoli e un maggior sostegno del corpo: ciò consente di indossare i capi Oxyburn durante l’attività fisica o immediatamente dopo, per un più rapido recupero dallo sforzo. Ciascun prodotto risponde a uno dei tre livelli di compressione: primo (toning), secondo (energizer) o terzo (performance).

Ma ora, per saperne di più, veniamo ai tre indumenti che ho testato nelle scorse settimane.

Protech 1590

protech 1590

 

I Protech 1590 sono una coppia di manicotti, che ho indossato in un paio di uscite in giornate fredde. Come per gli altri due prodotti che vi illustrerò a breve, mi ha subito sorpreso la confezione, davvero ricca di informazioni (come a dire: se si produce un capo di qualità, non solo non c’è nulla da nascondere, ma anzi c’è molto da esibire). Scopriamo così la composizione, il livello di compressione (toning), con qualche riga di spiegazione su questa peculiarità, ma anche gli sport e il range di temperatura per i quali i Protech sono indicati. Infine – udite udite – in un box troviamo i loghi di ciascuna tecnologia utilizzata per ogni parte del prodotto; ogni logo è affiancato da un numero che riporta a un piccolo manuale dove è illustrata ogni singola tecnologia, e compare persino un codice QR per chi volesse approfondire l’argomento.

Le sensazioni sono state ottime: i Protech, pur leggeri, mantengono le braccia decisamente al caldo, e la compressione assicura a bicipiti, tricipiti e avambracci la giusta rilassatezza (non dimentichiamo che, correndo, a ogni passo corrisponde una decisa oscillazione in avanti del braccio opposto, oscillazione che negli allenamenti più lunghi viene ripetuta anche decine di migliaia di volte).

 

Inyector 1615

 

Gli Inyector 1615 sono gambaletti a livello di compressione II (energizer), consigliati per il recupero dopo l’attività fisica ma anche durante gli allenamenti più intensi: leggiamo infatti sulla confezione che il secondo livello di compressione “favorisce ed incrementa gradualmente la velocità del flusso ematico, aumentando l’apporto di ossigeno alla muscolatura, migliorandone la performance e un recupero post prestazione della tonicità muscolare più rapido”.

Ho provato gli Inyector durante un fondo lento di 18 chilometri e una sessione di ripetute sui 400 metri. E qui devo ammettere di aver visto crollare un mio antico pregiudizio: eh sì, perché ho sempre reputato i gambaletti un gadget per runner più attenti all’esteriorità che non alla sostanza. Invece, sia negli ultimi chilometri del lento che nelle ripetute, non ho quasi avvertito affaticamento ai polpacci; ciò mi ha permesso, anche dal punto di vista psicologico, di spingere più del mio solito: nelle ripetute sui 400 metri non sono mai andato così veloce.

 

Peak 6000

6000 peak

 

Ho tenuto per ultimo il prodotto che forse mi ha stupito di più: si tratta di una t-shirt ultratraspirante con mezza zip. La fibra del Peak 6000 ha una struttura cava che sposta il sudore verso l’esterno e mantiene il corpo termoregolato; in questo modo si riducono il ritmo cardiaco e l’affaticamento muscolare, dunque si può rimanere più concentrati durante l’allenamento o la gara.

C’è dell’altro, e lo posso testimoniare, avendo testato il Peak 6000 a più riprese ma soprattutto durante un’uscita di 10 chilometri corsi al massimo delle mie – modeste – possibilità: il tessuto aderente e robusto (nonostante la sua leggerezza) direi quasi che obbliga a mantenere il busto eretto: tale caratteristica, assieme alla pronta evaporazione del sudore, sospetto che farà eleggere questa t-shirt a mia maglia preferita per gli allenamenti più tosti.

Dico allenamenti perché, e chi corre lo sa, in gara va indossata unicamente la divisa sociale. Guai a fare i furbi, eh?!

 



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Claudio Bagnasco
Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975. Suoi brani narrativi e saggistici sono apparsi su vari blog e riviste. Ha pubblicato alcuni libri, tra cui i romanzi "Silvia che seppellisce i morti" (Il Maestrale 2010) e "Gli inseguiti" (CartaCanta 2019), e la raccolta di racconti "In un corpo solo" (Quarup 2011). Ha curato il volume "Dato il posto in cui ci troviamo. Racconti dal carcere di Marassi" (Il Canneto 2013). Il 31 ottobre 2019 è uscito il suo saggio "Runningsofia. Filosofia della corsa" (il Melangolo, seconda edizione 2021). Con Giovanna Piazza ha ideato e cura il blog letterario "Squadernauti". Ha ideato Bed&Runfast, il punto d'incontro fra il mondo del podismo e quello delle strutture ricettive. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com. Dal 2013 abita a Tortolì, dove gestisce un B&B con la sua compagna, corregge testi, insegna le parole difficili a sua figlia e corre.