Infortuni? No, grazie!

Noi podisti che ci alleniamo con una certa regolarità facciamo finta di niente, rispondiamo con larghi sorrisi quando qualcuno ci domanda Come va?, ma la verità è che abbiamo tutti una terribile paura degli infortuni. Infortuni che capitano più o meno di rado, a seconda della robustezza dell’apparato osteoarticolare e muscolare di ciascuno, della più o meno corretta tecnica di corsa, del più o meno idoneo paio di scarpe che si calza, del terreno su cui ci si allena, della quantità di chilometri fatti, dell’alimentazione, del riposo eccetera eccetera.

Oltre a questa vasta gamma di cause che concorrono alla diversa esposizione all’infortunio, c’è anche una differente sensibilità individuale, nel senso che alcuni sanno riconoscere immediatamente dai primi sintomi che qualcosa non va (un qualcosa di ben diverso dagli inevitabili piccoli fastidi transitori che avverte chi macina tanti chilometri) e hanno l’accortezza di fermarsi e valutare – o ancor meglio, far valutare – la situazione, mentre altri non sanno riconoscere – o fanno finta di non saper riconoscere, per non arrendersi all’idea di un periodo di stop – la gravità di un problema fisico.

A noi corridori servirebbe proprio qualcuno, o qualcosa, che ci desse informazioni semplici, precise ed esaustive sull’universo degli infortuni. Esiste?

Correre liberi da infortuni

correre liberi

Esiste, ed è un libro uscito nel marzo del 2018 per Calzetti & Mariucci Editori: si intitola Correre liberi da infortuni, è stato scritto da Paul Hobrough e tradotto in italiano da Simone Mazzali, e il suo eloquente sottotitolo è Come eliminare le sindromi dolorose e raggiungere la migliore prestazione.

Paul Hobrough, britannico, è un ex atleta professionista ma soprattutto un fisioterapista riconosciuto come un’autorità nella prevenzione delle lesioni da infortunio: basti pensare che sotto le sue mani sono passati runner del calibro di Paula Radcliffe e Mo Farah.

E il libro riflette l’estrema competenza dell’autore; inoltre, cosa non piccola, è scritto con un linguaggio accessibile a tutti, ed è corredato da una grande quantità di immagini. Ma come è strutturato Correre liberi da infortuni?

La prima parte è composta da una preziosa serie di esercizi preventivi (ormai tutti gli allenatori concordano nell’affermare che una muscolatura forte, non solo degli arti inferiori ma di tutto il corpo, soprattutto del core, fa diminuire sensibilmente il rischio di infortuni) e termina con un paragrafetto che ogni podista dovrebbero imparare a memoria: Accettare l’infortunio.

Dopo di che si entra nel vivo dell’argomento: partendo da… terra e risalendo, troviamo cinque capitoli dedicati nell’ordine a piede, caviglia, gamba (che, ricordiamolo, è il segmento di arto inferiore dal ginocchio al piede e non l’arto inferiore tout court), ginocchio, infine anca e bacino.

Per ciascun capitolo vengono analizzati i principali e più frequenti infortuni: dopo una breve introduzione in cui è spiegato di che lesione si tratta, sono indicati i campanelli d’allarme (da quale sintomatologia, cioè, l’infortunio in questione si può riconoscere per tempo, evitando di proseguire nell’attività sportiva e quindi di peggiorare la situazione), le possibili cause del problema (per non ricadervi in futuro), la progressione della lesione (nel caso in cui, appunto, non si interrompesse l’attività fisica), l’autovalutazione (per essere certi che sia proprio quell’infortunio), il trattamento, l’autotrattamento (con il consiglio di esercizi riabilitativi), l’intervento del fisioterapista (ossia come il fisioterapista agirà per ogni specifico infortunio) e il ritorno alla corsa, cioè tempi e modi in cui si potrà riprendere col nostro amato sport.

Frequenti sono poi due tipi di inserti, intitolati Protocollo per lo specialista, con suggerimenti riservati ai medici, e Storie cliniche, con esperienze dirette di chi ha subito l’infortunio di cui si sta parlando.

Chiudono il volume due appendici (la prima con un’ampia scelta di esercizi riabilitativi, la seconda con una sequenza di esercizi di riscaldamento e defaticamento) e alcune tabelle di allenamento per preparare gare dai 5000 metri alla maratona.

Correre liberi da infortuni sorprende per la compresenza di due virtù: la massima chiarezza espositiva è infatti al servizio dell’assoluto rigore scientifico. Insomma: per quanto siate scaramantici, questo è un libro imperdibile, anche solo per acquisire una maggiore consapevolezza su come prevenire gli infortuni.

Buone e… durevoli corse a tutti!



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Claudio Bagnasco
Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975. Suoi brani narrativi e saggistici sono apparsi su vari blog e riviste. Ha pubblicato alcuni libri, tra cui i romanzi "Silvia che seppellisce i morti" (Il Maestrale 2010) e "Gli inseguiti" (CartaCanta 2019), e la raccolta di racconti "In un corpo solo" (Quarup 2011). Ha curato il volume "Dato il posto in cui ci troviamo. Racconti dal carcere di Marassi" (Il Canneto 2013). Il 31 ottobre 2019 è uscito il suo saggio "Runningsofia. Filosofia della corsa" (il Melangolo, seconda edizione 2021). Con Giovanna Piazza ha ideato e cura il blog letterario "Squadernauti". Ha ideato Bed&Runfast, il punto d'incontro fra il mondo del podismo e quello delle strutture ricettive. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com. Dal 2013 abita a Tortolì, dove gestisce un B&B con la sua compagna, corregge testi, insegna le parole difficili a sua figlia e corre.