Altra Rivera 2, tutto in una scarpa

Buon segno, lettori cari. Buon segno, il fatto che io abbia nuovamente voglia di parlarvi di un paio di scarpe da corsa.

Non nel senso che sto finalmente correndo con un modello meritevole, ma nel senso che prosegue il mio atteggiamento fiducioso nei confronti del podismo, già risbocciato da qualche settimana. Dopo, o forse durante, un periodo complicato da un problema fisico la cui diagnosi è ancora in evoluzione (magari ve ne parlerò prossimamente).

Scarpe, dicevamo. E se diciamo scarpe, diciamo Altra, il marchio che ormai utilizzo monogamicamente da anni. Ed è un marchio che dà l’impressione di essere in continua evoluzione, sia perché sta facendo sempre più strada nel mercato europeo, sia perché i suoi modelli – quelli storici e quelli di ultima ideazione – migliorano di anno in anno.

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Le caratteristiche delle scarpe Altra

Qui affrontiamo veramente di striscio l’argomento, avendolo io già proposto e ribadito in diversi articoli.

Le caratteristiche fondamentali di Altra, che fanno delle sue calzature – come recita un azzeccatissimo slogan – le “scarpe a forma di piede”, sono due.

La prima è il Toe Box FootShape, ovvero la parte anteriore della scarpa ampia, che permette alle dita di essere più libere e distanziate. Ciò consente al piede di liberare tutta la sua forza propulsiva, oltre a migliorare la stabilità.

C’è poi il Balance Cushioning Platforme, ovvero l’identità di altezza della suola nel tacco e nella punta. Sì, lo si potrebbe anche chiamare drop zero. Ma questa locuzione confonde, e fa pensare al natural running. A calzature cioè dotate di uno stack davvero minimo.

Altra, invece, non rinuncia all’ammortizzazione anche robusta (in alcuni modelli lo stack supera abbondantemente i 30 centimetri), ma grazie appunto al Balance Cushioning Platforme ogni scarpa dell’azienda statunitense permette, anzi impone, una miglior postura durante la corsa. E diminuisce in questo modo il rischio di infortuni.

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Dalle Rivera alle Rivera 2

Vi abbiamo parlato lo scorso anno delle Rivera, una scarpa che va a occupare uno spazio ideale tra due modelli mitici di casa Altra: le Escalante e le Torin.

Le Escalante sono le scarpe veloci, adattissime fino alla mezza maratona (ma c’è chi le calza anche per la gara regina), consigliate a chi ha un buon passo ed è piuttosto leggero. Ma le può indossare, più in generale, chiunque possieda un’ottima tecnica di corsa.

Le Torin invece sono le scarpe più amate da chi cerca una buona ammortizzazione per correre a lungo, sino alla maratona e oltre, non rinunciando a una calzatura comoda e leggera.

Le Rivera, con il loro stack di 26 millimetri, si piazzano tra i 24 dell’Escalante e i 28 della Torin. E sono perfette per allenamenti sia di qualità che di quantità. Leggere, ammortizzate e reattive, se amassimo le locuzioni inglesi diremmo che sono le all-in-one di Altra.

Ma rispetto alle Rivera, in cosa sono cambiate le Rivera 2?

Il peso è pressoché il medesimo: 250 grammi per le Rivera 2 (nella misura 9.5 US maschile) contro i 257 delle Rivera. Identica l’intersuola Altra EGO™, mentre la tomaia in mesh traspirante è stata resa più morbida. Ma le due più grandi novità sono un sostanzioso alleggerimento della linguetta, e – al contrario – una maggior protezione del tallone.

La scarpa guadagna così in comodità perdendo in peso, rimane scattante come nel primo modello ma – grazie alla calzata più confortevole – può venire utilizzata per uscite di chilometraggio più cospicuo.

Personalmente la sto adoperando per tutti gli allenamenti, dalle ripetute brevi ai lunghi intorno ai venti chilometri, e la risposta è sempre ottima. Le Rivera 2 sono insomma le scarpe su misura per il podista amatore di medio livello che cerca comfort e reattività.

Ossia per molti, moltissimi di noi. Buone corse!

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Claudio Bagnasco
Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975. Suoi brani narrativi e saggistici sono apparsi su vari blog e riviste. Ha pubblicato alcuni libri, tra cui i romanzi "Silvia che seppellisce i morti" (Il Maestrale 2010) e "Gli inseguiti" (CartaCanta 2019), e la raccolta di racconti "In un corpo solo" (Quarup 2011). Ha curato il volume "Dato il posto in cui ci troviamo. Racconti dal carcere di Marassi" (Il Canneto 2013). Il 31 ottobre 2019 è uscito il suo saggio "Runningsofia. Filosofia della corsa" (il Melangolo, seconda edizione 2021). Con Giovanna Piazza ha ideato e cura il blog letterario "Squadernauti". Ha ideato Bed&Runfast, il punto d'incontro fra il mondo del podismo e quello delle strutture ricettive. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com. Dal 2013 abita a Tortolì, dove gestisce un B&B con la sua compagna, corregge testi, insegna le parole difficili a sua figlia e corre.