La chiacchierata telefonica con Luca Speciani, ideatore nel 2003 della dieta GIFT (di cui ho già scritto qualcosa qui), inizia citando la Sardegna, dove risiedo. Luca mi indica gli ultimi sconfortanti dati sull’obesità infantile, forniti da OKkio alla SALUTE, dandomi tuttavia una parziale consolazione: proprio la Sardegna, assieme alla Valle d’Aosta, è la regione italiana con la minor percentuale di bambini più o meno gravemente sovrappeso.
E così vengo subito messo di fronte alla passione con cui Luca affronta i temi della salute e del benessere.
La dieta GIFT, tiene a precisare Speciani, è piuttosto uno stile di vita. La parola dieta, in effetti, è istintivamente associata a una modifica forzata, temporanea e spesso faticosissima di abitudini alimentari nocive; modifica che spesso termina con un rigetto e con il… mesto ritorno a un’alimentazione dannosa.
Durante la mezz’ora di telefonata mi appunto i modi in cui Luca chiama la dieta GIFT: oltre a stile di vita adopera le locuzioni norma comportamentale e sistema di pensiero, a cui voglio aggiungere metodo alimentare, come recita il sito Internet.
Queste definizioni marcano già una sostanziale differenza con la maggior parte delle diete universalmente note: si tratta di un cambiamento radicale (vorrei dire esistenziale) ma non traumatico delle proprie abitudini, che coinvolge tanto l’alimentazione quanto il rapporto col movimento fisico.
Speciani mi illustra, dati alla mano, il fallimento di cinquant’anni di diete ipocaloriche all’insegna dell’ossessione per la quantità, alle quali si oppone la dieta GIFT: una dieta normoproteica e normocalorica che, basandosi su un’alimentazione di qualità, mira a riattivare il metabolismo. Tra i suoi principi ricordiamo l’associazione di carboidrati e proteine a ogni pasto, l’eliminazione di zuccheri, farine raffinate e cibi spazzatura, l’uso di cereali integrali e condimenti di qualità.
In estrema sintesi, la dieta GIFT è la dieta dei cibi veri. Luca Speciani ama ripetere, come provocazione (ma non troppo), che esiste un metodo infallibile per fare la spesa con la certezza di acquistare solo cibi veri: immaginare di avere al proprio fianco, come fido consigliere, un uomo del Paleolitico, e scegliere esclusivamente ciò che anche lui riconoscerebbe come cibo.
La dieta GIFT, vale la pena di aggiungere, poggia su solide basi scientifiche, essendo una delle colonne portanti della Medicina di segnale (di cui, per motivi di spazio, non possiamo parlare in questa sede, ma per la quale rimandiamo al sito ufficiale).
Così come si dovrebbe tornare a mangiare i cibi-cibi, quelli presenti in natura, allo stesso modo occorrerebbe assecondare un’abitudine ancestrale: il fatto cioè che l’uomo, per costituzione fisica, è programmato per muoversi per almeno due o tre ore al giorno, come facevamo quando eravamo cacciatori-raccoglitori. A essere più precisi, e qui possiamo esultare noi podisti, l’ormai storico articolo di Bramble e Lieberman del 2004 dice che siamo fatti per la corsa su lunghe distanze.
Muoversi altera positivamente l’equilibrio endocrino, stimola gli assi metabolici portandoli al loro massimo grado di funzionamento (e anche qui, non potendo entrare nel dettaglio, rimandiamo alla bibliografia sull’argomento).
Insomma: muoversi, mi dice Luca con una frase che assomiglia a un accattivante spot, rende magri, tonici, allegri e sexy.
Il metodo GIFT punta a una rieducazione nutrizionale che abbia anche un forte valore terapeutico. Altro punto di attenzione della medicina di segnale è in effetti il valore antinfiammatorio derivato da una corretta attitudine al movimento e all’alimentazione.
Il continuo ricorso al farmaco, al contrario, cronicizza la patologia, oltre a creare una dipendenza dal farmaco stesso.
I medici di segnale, mi spiega orgogliosamente Speciani, sono grandi deprescrittori di farmaci (e quindi, va da sé, visti non di buon occhio da una certa medicina tradizionale).
La chiacchierata con Luca termina con un bellissimo aneddoto, assai confortante per noi sportivi amatori: la dieta GIFT ha ricadute estremamente positive anche sulla prestazione sportiva. Basti pensare a Tatiana Guderzo, ciclista azzurra, che ha partecipato come gregaria ai Mondiali su pista del 2018, ottenendo un’inattesa e meravigliosa medaglia di bronzo.
Persino sportivi di… infimo rango come me, da quando seguono la dieta GIFT hanno migliorato la propria condizione psicofisica e le proprie performance, senza tuttavia rinunciare ai piaceri della tavola.
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