Luca Speciani è personaggio noto ai lettori di questa rubrica.
In passato abbiamo parlato più volte di lui. Qui, per esempio, intervistandolo sulla dieta GIFT, di cui è ideatore; e qui recensendo il suo romanzo (o forse saggio travestito da romanzo) Il medico che scelse di morire, uscito nel marzo del 2019 per Paesi Edizioni.
Speciani è personalità composita, oltre che ricca di idee originali e stimolanti. Senza soffermarci sulla dieta GIFT, per cui vi rimandiamo all’intervista, possiamo più in generale affermare che Luca Speciani abbia un approccio olistico (per quanto la parola, oggi, abbia assunto accezioni un po’ fuorvianti) alla medicina.
Ma forse, più complessivamente, alla vita: essere in buona salute significa infatti, per Speciani, alimentarsi correttamente, fare movimento fisico, avere un rapporto ragionevolmente sereno col proprio nucleo familiare, col proprio mestiere, con i propri interessi. Non a caso, nella già citata intervista, Luca Speciani parla di dieta GIFT come stile di vita e norma comportamentale.
Sembra un’ovvietà, ma noi podisti sappiamo bene quanti amatori – che corrono per ricavarne non denaro, bensì diletto – finiscano per fare del nostro bellissimo sport un’ossessione.
E quanti, ancora, incastrino in modo ansiogeno gli allenamenti tra turni lavorativi impossibili, con buona pace della propria tenuta nervosa. E dell’armonia familiare.
Per cui, riuscire a vivere cavando soddisfazione da ciò che ci fa sembrerà una cosa ovvia, mentre è condizione assai distante da molti di noi.
Nel suo ultimo libro, scritto – come diversi altri – assieme a Lyda Bottino, Luca Speciani espone in modo ancor più oltranzistico questa sua teoria, per cui partendo dal corpo è possibile costruirsi un’esistenza decentemente sana e – perché no – felice.
Il libro in questione è La forma della bellezza. I sei tipi costituzionali, ed è uscito per Tecniche Nuove nell’aprile del 2021.
Il volume, se vogliamo, parte dal sottotitolo per arrivare al titolo. Nel senso che anzitutto vengono esposte (grazie anche a simpatiche illustrazioni) le sei più comune tipologie costituzionali ormonali. Che Speciani e Bottino chiamano Cocomero, Avocado, Sedano, Arancia, Ananas e Glicine.
Gli autori descrivono ciascuno di questi sei tipi dal punto di vista fisico, psichico e metabolico. Ed ecco l’intuizione: una volta riconosciuta la categoria di appartenenza si potrà, attraverso una serie di mosse, migliorare la propria vita. O più precisamente, ricavare il massimo equilibrio possibile dal nostro specifico tipo umano.
Cominciando, va da sé, dall’alimentazione: il volume è ricco di ricette GIFT (con tanto di illustrazioni) per preparare in autonomia piatti equilibrati e gustosissimi. Ci sono inoltre una serie di monopiatti, cioè di pasti completi – con una distribuzione equa dei macronutrienti – che stanno letteralmente in un unico piatto.
Ricordiamo che tra i capisaldi della dieta GIFT c’è il completo disinteresse verso il calcolo delle calorie e un’attenzione elevata – quante volte chi fa sport se lo dimentica! – verso l’assunzione di una buona quota proteica in ogni pasto, a partire dalla prima colazione.
Ma naturalmente la dieta GIFT funziona solo se il metabolismo è “acceso” da un’attività fisica quotidiana.
E non finisce qui. I consigli per guadagnare un’esistenza più equilibrata e serena passano anche da altre attività. Quali, per esempio, la meditazione e un maggiore contatto con la natura.
E non solo. Non mancano le dritte sulla valorizzazione del proprio volto e su quella (sacrosanta, e misconosciuta nella contemporaneità) della propria abitazione.
Forse, quando Speciani e Bottino invitano a rivolgersi al personal trainer, al personal shopper, allo psicoterapeuta, al fisioterapista e all’arredatore d’interni, fanno eccessivo affidamento sulla disponibilità di tempo e di denaro dei loro lettori.
Tuttavia, a parte questa piccola ingenuità (ma le ingenuità per eccesso di entusiasmo sono sempre benvenute), La forma della bellezza si rivela un’ulteriore felice tappa del percorso professionale di Luca Speciani e Lyda Bottino, due professionisti che vanno seguiti con estrema attenzione.
Perché soprattutto oggi, nell’epoca in cui ogni gesto viene fatto per essere consumato e non perché parte di un progetto esistenziale più ampio, c’è bisogno di figure pronte a ricordarci che ciascuna vita dovrebbe essere un percorso, e non un insieme di azioni più o meno casuali.
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