Running Studio

Durante le ultime vacanze di Natale, trascorse nella mia Genova, mi sono tolto alcuni sfizi. Non solo ho corso coi miei due amici fraterni, ma sono anche andato a farmi visitare dai due giovani e bravissimi fisioterapisti che gestiscono Running Studio.

Cos’è Running Studio

Marco Gatto e Matteo Mazzoni, come recitano i diplomi appesi nella sala d’aspetto, si sono laureati a Genova lo stesso giorno (non dirò l’anno per un moto di profonda invidia verso la loro verdissima età) ma si sono conosciuti successivamente, in un corso di specializzazione in terapia manuale ortopedica indetto dall’Università australiana di Curtin.

Entrambi appassionati di trail running, Matteo e Marco decidono dapprima (nell’aprile del 2016) di aprire uno studio come fisioterapisti, e l’anno successivo di dare vita al progetto Running Studio, il cui eloquente motto è La clinica del corridore.

Ma ancora più emblematica è la frase che campeggia sulla home page del loro sito, Prevenzione e riabilitazione del runner, a indicare la doppia valenza dello studio, cui ci si può rivolgere certamente per riaversi da un infortunio, ma anche per un’approfondita analisi allo scopo di intercettare eventuali debolezze fisiche o difetti nel gesto atletico: gli allenatori infatti non si stancano, giustamente, di ripetere che una corretta tecnica di corsa, assieme a una buona robustezza ed elasticità muscolare (e alla scelta di una scarpa idonea, come vedremo più avanti), sono fattori fondamentali per la prevenzione degli infortuni. Aggiungiamo, per completezza, una corretta alimentazione e un adeguato riposo.

Running Studio: la mia visita

Più che sentirvi elencare freddamente i servizi offerti da Running Studio, immagino che voi – cari lettori – siate interessati a sapere cosa succede, in concreto, durante una visita.

Sono qui per accontentarvi, con la premessa che nel mio caso si è trattato di una visita a scopo preventivo.

Dopo aver firmato una serie di consensi sul trattamento dei dati (a testimonianza della serietà professionale di Marco e Matteo), sono stato sottoposto a una dettagliata anamnesi, che immagino sia ancora più scrupolosa nel caso di una visita a scopo riabilitativo. Mi sono state fatte domande sulle mie abitudini alimentari, sulla qualità del mio sonno e quant’altro, contrappuntate da una serie di consigli utili e soprattutto improntati a un sano buon senso. Ad esempio, mi è stato detto e ripetuto che avrebbe poco senso modificare una tecnica di corsa esteticamente poco gradevole, se essa non ha mai danneggiato il podista.

Siamo passati poi a una serie di valutazioni statiche e dinamiche che hanno riguardato postura, forza muscolare, propriocettività (o equilibrio, per farla più semplice) e coordinazione.

Mentre Marco mi sottoponeva a questi test, Matteo ha analizzato le mie scarpe da running, e attraverso una serie di parametri ne ha calcolato il minimalist index. Ne è sortita un’interessante discussione, perché ammetto di essere attratto dalla recente diatriba su quale grado di minimalismo dovrebbero avere le scarpe di noi podisti. Posso in estrema sintesi dire che Matteo e Marco, pur convinti che variare una scarpa a cui si è abituati possa essere un azzardo, tendono a consigliare calzature più minimaliste, dal momento che le evidenze scientifiche dimostrano come l’uso di massa di scarpe da running sempre più ammortizzate non abbia portato a una diminuzione degli infortuni. Anzi: più si corre demandando alla scarpa l’ammortizzazione, più si disabitua il corpo al movimento elastico.

Ma torniamo alla visita. Dopo un attento esame dell’appoggio plantare ho corso sul tapis roulant, prima con le sole calze e poi con le mie abituali scarpe da running. Mentre Marco mi ha osservato da tutte le posizioni, Matteo ha scattato una serie di fotografie.

(Il runner nella foto non sono io)

Running studio: le loro conclusioni…

E qui viene il bello. Così come i due fisioterapisti si sono presi tutto il tempo necessario durante la visita, allo stesso modo non hanno improvvisato una frettolosa diagnosi estemporanea. Al contrario, qualche giorno dopo l’incontro mi hanno inviato per mail una dettagliata scheda (quattro pagine in pdf con tanto di grafici e foto) in cui ho trovato i loro commenti a ogni singolo controllo, oltre a consigli sull’allenamento e sull’eventuale opportunità di adoperare scarpe più adeguate al mio tipo di corsa. Tutto con lo stesso linguaggio semplice, il medesimo tono affabile e l’identica disponibilità che già avevo riscontrato durante la visita.

…e le mie

Il podista è un animale complicato e complessato, bisognoso di parole di comprensione e d’amore, e Running Studio lo sa.

Scherzi a parte, questi due giovani dottori (oltre a essere preparati e cordiali) hanno capito alcune cose fondamentali: occorre essere chiari e comprensivi, avvicinarsi alle richieste del runner più che tentare di piegarne la volontà al proprio credo scientifico; ed è bene tenere i cambiamenti radicali solo come ultima soluzione.

Consiglio caldamente a tutti gli amici podisti almeno un check da Running Studio: si impareranno molte cose sul proprio rapporto con la corsa, si diventerà corridori più consapevoli e attenti. E, di conseguenza, ancora più felici.

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