Sport individuali

Ipnosi e Cortina-Dobbiaco

Cari lettori, in diversi degli ultimi articoli vi ho somministrato informazioni sul mio infortunio e sulla mi ripresa graduale degli allenamenti. Non per narcisismo, ma per rendervi partecipi di una condizione per me nuova e non semplice da affrontare, anche dal punto di vista psicologico.

Il dolore al tallone, comunque, si è quasi del tutto riassorbito. Ieri mi ha chiamato al telefono il mio fisioterapista per sapere come andasse. Quando gli ho risposto che il novanta per cento del fastidio era scomparso, mi ha detto: “Bene, adesso puoi conoscere la verità. Con un infortunio come il tuo e alla tua età, c’era anche il rischio che tu non potessi più correre. Quindi ringrazia che ti sia rimasto solo il dieci per cento del problema. Penseremo a come risolverlo”.

E io, sentendomi improvvisamente miracolato, ho affrontato il mio allenamento con raddoppiate energie.

Dovete anche sapere, ora posso smascherarmi, che lo scorso 20 febbraio – il giorno in cui ho ripreso timidamente a corricchiare – ho fatto una simpatica follia: mi sono iscritto alla bellissima Cortina-Dobbiaco Run, che ho già corso nel 2019 e che quest’anno si terrà domenica 5 giugno.

Non solo: ho anche chiesto al mio amico e coach Fulvio Massini, peraltro molto legato all’evento, di stilarmi un programma di allenamento. Che, contemporaneamente, mi rieducasse poco per volta alla fatica, e che mi preparasse alla meno peggio per l’appuntamento podistico sulle Dolomiti.

Mi serviva un obiettivo, insomma, per affrontare una condizione di forma all’inizio inevitabilmente disastrosa. E che anche adesso stenta a tornare ai miei (già modesti) livelli consueti.

Gli allenamenti

Fulvio non si è risparmiato. E, rispetto alla preparazione del 2019, stavolta ho fatto più chilometri e allenamenti più impegnativi. Bene così: sono stato io a chiederglielo.

Tre anni fa avevo del tutto fallito la gara, partendo con troppo brio. Vediamo se quest’anno la mia Cortina-Dobbiaco andrà meglio.

La cosa che però volevo dirvi è un’altra. Quest’anno Fulvio ha deciso di farmi fare i lunghi (che arriveranno sino ai 28 chilometri) in modo particolare. Questo perché la Cortina-Dobbiaco è una gara di 30 chilometri su strade bianche, con la prima metà quasi del tutto in leggera salita, e la seconda metà quasi tutta in lieve discesa.

I lunghi ipnotici verso la Cortina-Dobbiaco

Gli allenamenti di diciotto, ventidue, ventiquattro e ventotto chilometri li ho fatti (anzi, gli ultimi due li farò) in un percorso saliscendi, con l’ulteriore stimolo di dover “tirare” gli ultimi cento metri di ogni salita e i primi cento di ogni discesa.

Allenamenti tosti ma divertenti, perché l’alternanza di salite e discese crea degli ascensori psicologici che portano dalla sfiducia più cupa all’esaltazione più isterica in poche decine di metri.

Ma c’è di più: dalle mie parti, l’unico percorso che mi consente di allenarmi così è un anello di poco più di tre chilometri, che presenta due salite serie e una morbida.

Ho sempre pensato che, quando si deve macinare un buon numero di chilometri, farli avanti-indietro il minor numero di volte possibile (o addirittura, come nel caso della Cortina-Dobbiaco, percorrere un tracciato che colleghi due punti) sia la migliore soluzione per non cadere preda di incubi. È già sufficiente il patimento fisico, perché aggiungervi la sofferenza mentale della cosiddetta modalità criceto?

Invece la ripetizione ossessiva di un breve percorso crea un suggestivo effetto ipnotico. Che impone la massima concentrazione, ma allo stesso tempo dispone alla discesa nella più profonda intimità della corsa, e forse addirittura di sé.

Insomma, sono allenamenti duri e a loro modo bellissimi. Ma d’altronde, lo abbiamo già detto chissà quante volte, nella corsa fatica e bellezza sono due variabili saldamente connesse tra loro.

Ci vediamo alla Cortina-Dobbiaco!

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