Libri

Da Bauman a Mancini, ecco il calcio liquido

Scrivo questo articoletto nel ventoso e climaticamente incerto pomeriggio di domenica 5 settembre.

Quella che è invece certa è la bellissima vittoria di ieri sera a opera delle nostre ragazze della pallavolo. Che si sono laureate campionesse d’Europa vincendo contro la temutissima Serbia, in un gremito e non troppo amichevole palazzetto dello sport di Belgrado.

E chiudendo così un’estate meravigliosa per lo sport italiano, aperta da un trionfo a un altro campionato europeo, quello di calcio maschile, e proseguito con le numerosissime medaglie alle Olimpiadi e Paralimpiadi di Tokyo.

Da qui, due spunti. Intanto, dopo aver dedicato più di una recensione ai suoi bei libri (ecco qui l’ultima), mi pare doveroso un plauso all’editore 66thand2nd. Capace di mandare alle stampe con una certa frequenza volumi di argomento sportivo che si distinguono per la precisione documentale e la qualità della scrittura.

E poi, dicevamo, l’Europeo vinto dagli azzurri di Roberto Mancini. Memorabile momento in cui in un certo senso sfocia il libro di cui vi parlerò brevemente oggi.

Calcio liquido

Si tratta di Calcio liquido. L’evoluzione tattica della serie A, scritto da Emiliano Battazzi, caporedattore calcio dell’Ultimo Uomo, e uscito lo scorso 26 agosto.

Il volume andrebbe fatto leggere a tutti i calciofili e presunti esperti di calcio italiani. Arrivati all’ultima pagina, chissà quanti avrebbero ancora il coraggio di improvvisarsi allenatori e – aperitivo alla mano – illustrare all’uditorio cosa avrebbe dovuto fare il mister per non perdere la partita appena terminata.

Perché la tattica del calcio è cosa seria, complicata. E se è vero che le alzate d’ingegno dei campioni sono fatte per polverizzare ogni schieramento e modulo, spesse volte – al contrario – è proprio la tattica a vanificare o quantomeno a contenere l’estro dei fuoriclasse.

Calcio liquido è una gustosa retrospettiva di tutti i tecnici che negli ultimi decenni hanno dato contributi più o meno sostanziosi, riusciti e copiati alla rivoluzione del gioco del calcio in serie A. Con qualche nobile incursione tra i colleghi di altri campionati, da Guardiola a Klopp.

Tutto, o molto, si fa iniziare da Arrigo Sacchi, grande visionario e incoercibile monomaniaco. Al punto da venire inghiottito dalla sua stessa passione assolutizzante (lo ricordiamo arrendersi alle proprie tensioni nel 2001, dopo una breve parentesi sulla panchina del Parma).

E si continua, in un’irresistibile carrellata di personaggi resi in diverso grado celebri dai risultati e dal temperamento: da Zeman ad Ancelotti, da Mourinho a Sarri, da Conte a Gasperini. Con tributi a figure minori come Guidolin e De Zerbi.

Svariate illustrazioni mostrano il posizionamento in campo delle squadre via via citate. E sovente Battazzi non disdegna di raccontarci il gol-simbolo di un determinato credo calcistico, dandoci la possibilità di ripescare il video in rete e rigustarlo a distanza di anni. Ma stavolta con una didascalia finalmente adatta a una visione consapevole e non meramente istintuale.

È, l’evoluzione tattica del nostro campionato, una continua ginnastica tra il predominio dello schema e la valorizzazione dei singoli calciatori. Con la stella polare, appunto, del calcio liquido, formula che strizza l’occhio ad alcuni saggi del sociologo Zygmunt Bauman. E che significa l’applicazione di schemi sempre più audaci grazie ai quali, quasi paradossalmente, si punta sempre più a una polverizzazione dei ruoli fissi in campo.

Un calcio, inoltre, sempre più plastico, metamorfico, capace di modellarsi sull’avversario e sulle esigenze contingenti. Perché oggi, come diceva proprio Bauman, l’incertezza è l’unica certezza, e il mutamento è la sola cosa permanente.

Concetti che, considerato come la sua Nazionale ha saputo vincere gli Europei, sembrano del tutto chiari a Roberto Mancini. Resta solo da chiedersi se il grande fantasista di Jesi abbia mai letto il grande sociologo di Poznań.

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