Editoriale

Buoni propositi (podistici) per il 2023

L’uomo è l’unico animale superstizioso in natura.

E così, quando ci si avvicina alla fine dell’anno, si fanno i buoni propositi per quello venturo. Nessuno escluso: non tiratevela da saggi o da materialisti, cari lettori di Moondo. Non vi si crede.

Poi, si sa, verso il 12 di febbraio abbiamo già disatteso pressoché tutti i propositi suddetti ma, insomma, almeno il tentare ci dà piccole scariche di autostima.

E così eccomi. Va da sé che, chiacchierando in questa rubrica di sport, vi parlerò solo – e brevemente, ché lo spazio è quello che è – dei miei buoni propositi podistici per il 2023.

Un proposito rivoluzionario (e non podistico)

Anzi: prima una premessa d’altra natura. Ovvero un proposito rivoluzionario ed extrasportivo che realizzerò, per la prima volta dopo secoli, proprio la prossima settimana.

Questa rubrica esce ogni lunedì. Ma, attenzione attenzione, lunedì 2 gennaio non mi leggerete. Mi prendo una piccola pausa: come quasi sempre per le festività natalizie sono a Genova, scrivo da un portatile vetusto e con una connessione caracollante, ma soprattutto ho necessità di evadere da ogni impegno per qualche giorno.

Perciò ci si rivedrà lunedì 9 gennaio. E adesso, torniamo a parlare di podismo.

Buoni propositi, dicevamo

I buoni propositi podistici per il 2023 mi sono venuti a far visita dopo due sedute di shiatsu.

Sì, c’è bisogno che vi spieghi qualcosa di più. Come avrete ormai imparato a memoria, il mio 2022 è stato funestato da infortuni, riprese solo parziali, ricadute, e più in generale è stato attraversato dalla spiacevole sensazione di non riuscire più a correre non solo ai miei ritmi abituali. Ma nemmeno godendo di quella fatica positiva che si prova quando ci si mette duramente alla prova, eppure si percepisce che il proprio corpo risponde allo sforzo esattamente come ci si sarebbe aspettati.

E insomma: durante l’ultima seduta dal mio fisioterapista, ecco che gli ho dichiarato – al di là delle noie muscolari – una generica fiacchezza. Ed ecco che in tutta risposta lui mi propone qualche seduta di shiatsu, che potrebbe rimettere in moto le energie scomparse.

Mediamente scettico (mediamente, perché se è vero che lo shiatsu qui alle nostre latitudini è considerato una pseudoscienza, è anche vero che dall’altra parte del mondo viene adottato da milioni di persone – e quindi dovremmo forse rivedere al ribasso la nostra sicumera occidentale), dicevo: mediamente scettico, prendo appuntamento.

Ve la faccio breve: le due sedute di shiatsu, a cui ne seguiranno altre, mi hanno come risvegliato da un profondo torpore. Finalmente, dopo mesi, sono tornato ad allenarmi sentendo un respiro dignitosamente lungo, una muscolatura delle gambe dignitosamente reattiva.

Ed eccomi perciò ai buoni propositi per il 2023, che sono due.

Il primo è quello di tornare a correre bene, come è accaduto negli ultimi allenamenti post-shiatsu. Ma questo, direte voi, è un desiderio e non un proposito. Sì e no, perché se qualcosa non andasse, mi dovrò ricordare di due cose fondamentali: non affannarmi, rallentando, diminuendo i chilometri e non prendendomela per come vado piano; e fare tutto il possibile affinché le cose vadano meglio.

Secondo dei buoni propositi per il 2023: gareggiare solo se la preparazione della gara in questione sarà un percorso avventuroso e godereccio, e non un supplizio a tappe.

Insomma, care lettrici e cari lettori, si tratterebbe in fondo di diventare solo un podista maturo. Ma voi conoscete davvero anche solo un podista maturo?

Detto questo, trascorrerete un Natale gioioso, e che il 2023 sia per voi un anno di corse sfrenate e indimenticabili!

Noi ci si rivede, badate, lunedì 9 gennaio.

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