Ogni tanto, con i più intimi dei miei amici podisti, ci ripetiamo una battuta. Riferendoci al fatto che è una vitaccia, la nostra: dobbiamo tenere insieme il vizio del bere e quello della corsa, che non sono esattamente fatti l’uno per l’altro.
Ora, scherzi a parte, sappiamo di dire l’ovvio, se ripetiamo la formula per cui chi pratica sport anche a livello amatoriale ma con impegno e costanza, dovrebbe tenersi alla larga dall’uso eccessivo di alcolici. Che fa male a chiunque, certo, ma che agli sportivi reca danni specifici. Ricordiamo almeno, semplificando, che compromette in modo considerevole il passaggio dell’ossigeno ai tessuti.
Ma non siamo professionisti, e un conto è badare a ciò che si mangia e beve, altro conto è ossessionarci, assumendo cibi e integratori come se fossimo prossimi a competere per una medaglia olimpica.
In altre parole: un ragionevole consumo d’alcol non solo non farà di noi dei novelli Bukowski, ma facilmente renderà più piacevoli e conviviali molti nostri pasti.
Ha intercettato con intelligenza questo curioso crocevia tra passione per lo sport e per la birra l’azienda veronese La Orange. Di cui vi avevamo già parlato nel 2019, quando vi avevamo presentato la sua DeQou Action Beer, pensata per gli sportivi di endurance (3,5%, non filtrata né pastorizzata, senza conservanti, coloranti e additivi, ricca di sali minerali e con il doppio delle maltodestrine di una normale birra).
La Orange è anche ideatrice delle squisite cinque birre del marchio Rugbirra, che celebrano il mitico terzo tempo del rugby, e con esso i valori di solidarietà e uguaglianza dello sport (e soprattutto di una nobilissima disciplina oscurata da altri sport).
La Orange torna a produrre una nuova birra, la Action Biova, all’interno di un progetto più ampio di economia circolare, Biova Project, che comprende anche altri prodotti nati da ulteriori partnership. L’idea comune è quella del riutilizzo degli alimenti in surplus.
Nello specifico, la birra Action Biova vede anche un terzo attore coinvolto, Riso Gallo.
Di solito i chicchi rotti durante la lavorazione del riso sono destinati all’industria zootecnica, oppure alle industrie di trasformazione per la produzione di prodotti soffiati o estrusi.
Riso Gallo ha destinato parte dei suoi scarti a Biova Project. E così, da 100 chili di chicchi di riso scartati si producono 2.500 litri di birra Action Biova, con un risparmio di emissioni di CO2 quantificabile in 1.365 chili.
Ma com’è, la birra Action Biova?
Perfetta per gli sportivi, è a bassa gradazione alcolica (3,3%), senza glutine e dal sapore fruttato. Ricca di sali minerali, deve il suo colore ambrato al riso rosso di cui è fatta.
D’accordo, ma com’è il sapore della birra Action Biova? Niente paura: l’abbiamo assaggiata per voi (ma anche per noi!).
Purtroppo non abbiamo le competenze per una recensione professionale, ma col massimo di sincerità e ingenuità possibili possiamo dire: la birra Action Biova è buona. Anzi, sorprendentemente buona.
Dove l’avverbio vuole far piazza pulita di un luogo comune, di cui sono vittima tanti bevitori inesperti, tra cui chi sta redigendo questo articolo. L’istinto è infatti quello di associare il corpo di una birra alla sua gradazione alcolica. In soldoni, si pensa che una birra che fa pochi gradi non debba sapere di niente.
Invece la Action Biova è di sicuro una birra leggera e dissetante. Ma allo stesso tempo ha un ottimo corpo e un sapore deciso: provare per credere.
Così, in un sol colpo, avrete bevuto una birra più che gradevole, sarete a posto con la coscienza se vi siete allenati da poco, e avrete dato il vostro piccolo contributo alla lotta allo spreco alimentare. Insomma: vi sarete presi cura di voi e dell’ambiente, con il solo gesto di gustare una signora birra. Mica male.
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