Basi di medicina per gli sportivi

Un paio di settimane fa, per tessere un elogio un po’ iperbolico all’esaustività del bel Manuale delle piste ciclabili e della ciclabilità di Sergio Deromedis, lo abbiamo paragonato alla Summa Theologiae.

Discorso analogo potremmo fare per Basi di medicina per gli sportivi, scritto da Luca Speciani e uscito per le Edizioni Correre nel 2014. Il volume di Speciani, peraltro, somiglia a quello di Deromedis poiché coniuga competenza e passione. Ed è conseguenza quasi inevitabile, viste le biografie dei due autori: se Sergio è architetto ma anche cicloturista, Luca è medico ma anche atleta (soprattutto podista, peraltro con personali di tutto rispetto).

E di manuale si può parlare anche per quanto riguarda Basi di medicina per gli sportivi, perché all’ampiezza unisce un taglio divulgativo – vivacizzato non solo da esempi tolti dalla vita professionale dell’autore, ma addirittura da consigli dietologici con tanto di ricette – che lo rende di pronta e piacevole consultabilità.

Il libro: cosa dice

Dovremmo andare necessariamente di corsa (sarà contento il runner Speciani) per riassumere in poche righe le oltre quattrocento pagine del volume, suddiviso in undici capitoli principali e quattro capitoli-appendice.

Nel primo, il più ampio, si parla di nutrizione, che in effetti è il pilastro su cui si basa – secondo Speciani, ideatore della dieta GIFT – sia la buona salute di un atleta che la consapevolezza di sé (qui potete leggere la mia recensione a due libri sull’argomento).

Nei successivi capitoli, dove si sfatano non pochi luoghi comuni e si demistificano altrettante certezze esibite dalla medicina tradizionale, vengono affrontati temi come la muscolazione, il colesterolo, l’ipertensione, l’iperglicemia, la ritenzione idrica, l’osteoporosi e le patologie allergiche.

Il nono capitolo affronta con intelligenza, originalità e garbo i problemi psicologici dello sportivo – dall’anoressia alla bulimia, dalla depressione all’insonnia – mentre l’undicesimo è dedicato alle specificità ormonali della donna che pratica sport.

Chiudono l’opera una batteria delle domande più comuni sui temi trattati (con relative risposte, naturalmente!), e una sitografia per chi voglia approfondire.

Il libro: come lo dice

La sensazione, una volta terminato il volume, non è solo quella di aver appreso una grande quantità di nozioni, ma è anche quella di aver letto un’opera compatta, di avere in fondo appreso un’unica, importante norma: il controllo sull’alimentazione e la pratica sistematica dell’attività fisica (bussole della dieta GIFT, per cui rimandiamo agli articoli linkati nelle precedenti righe) dovrebbero infatti restituire, all’atleta così come a chiunque voglia vivere con un buon equilibrio psicofisico, una consapevolezza che possa valere da passe-partout: utile cioè sia a prevenire una moltitudine di patologie, che eventualmente ad affrontarle col dovuto buon senso e la dovuta preparazione.

Non a caso la dieta GIFT (cardine della medicina di segnale) è assai più simile a una norma comportamentale – che coinvolge quindi ogni àmbito dell’esistenza – che non a una dieta (nell’accezione deteriore che si riserva oggi al vocabolo). Il consiglio implicito che traspare da ogni pagina del libro è quello di riappropriarsi dei reali fabbisogni individuali, legati non solo alla corretta nutrizione ma anche al movimento, cui sarebbe bene che si accompagnasse un atteggiamento smagato nei confronti degli inganni che le industrie – quelle alimentari ma pure quelle farmaceutiche – perpetrano ai nostri danni. Speciani, peraltro, ha appena dato alle stampe un romanzo che parla proprio di questo: lo leggeremo e recensiremo in tempi ragionevolmente brevi.

Quindi?

Quindi dobbiamo ammettere, un po’ mestamente, che la strada verso la consapevolezza cui si accennava prima è ancora lunga, se pensiamo ad esempio che non pochi runner evoluti sono convinti di avere il tempo, durante una maratona, di digerire del cibo solido e trasformarlo in energia.

Insomma, leggete questo libro, amici sportivi e meno sportivi: farete bene al vostro fisico ma prima di tutto alla vostra autonomia di pensiero.


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