Mai articolo fu più provvidenziale.
O meglio, mai prodotto recensito in un articolo fu più provvidenziale. Non più tardi dello scorso lunedì vi ho parlato dei miei ultimi allenamenti in vista della Cortina-Dobbiaco. Il pezzo è stato scritto di sabato, alla vigilia di un saliscendi di ventiquattro chilometri in cui avrei dovuto tirare gli ultimi cento metri di ogni salita e i primi cento metri di ogni discesa.
Due settimane prima, scrivevo, avevo fatto un allenamento simile, ma di ventidue chilometri. Cosa vuoi che siano due chilometri in più, ho pensato.
Senza considerare il fatto che la differenza tra un allenamento e l’altro non era solo di due chilometri, ma anche di una decina di gradi centigradi.
Già: è scoppiato il caldo, e – complice anche l’ingenuità di essermi portato solo due minuscole borraccette d’acqua – ho terminato l’uscita stremato, disidratato e con le gambe rigide.
Provvidenziale, dicevo, il prodotto che mi è arrivato da testare qualche giorno prima.
Si tratta di una serie di creme dell’azienda SportLab Milano, giovane marchio che ha messo sul mercato una serie di creme adatte agli sportivi. Quali sportivi? Tutti, dagli amatori ai professionisti. Di quale disciplina? Qualunque. Per quale momento? Per prepararsi a un allenamento o a una competizione, e per rilassare il fisico dopo lo sforzo.
Tutti i prodotti di SportLab Milano sono Made in Italy e sono stati realizzati in collaborazione con atleti e medici, per garantire la loro miglior efficacia.
Inoltre tutta la gamma di prodotti dell’azienda lombarda è dermatologicamente testata, senza nichel (< 1ppm) e senza sostanze di origine animale (vegan formula).
SportLab Milano è inoltre attenta alla sostenibilità. Sino al 30% del pack primario è in plastica riciclata (percentuale destinata ad aumentare), e il pack secondario è stato eliminato. Un codice QR sul retro di ogni prodotto rimanda alla relativa pagina del sito ufficiale, dove si possono reperire tutte le informazioni.
Infine, il box che contiene i prodotti è in carta riciclata (e riciclabile) al 100%.
Tutto bello, ma i prodotti? Eccoci.
Ho testato Warmup cream prima di un allenamento breve ma intenso. Questa crema è una manna per i pigri che, come me, sono restii a riscaldarsi a dovere (non ditelo al mio allenatore Fulvio Massini). Infatti questa crema è stata studiata proprio per sollecitare muscoli e tendini prima dell’attività. Più precisamente, il Vanillil butil etere prepara muscoli e tendini allo sforzo (e non arrossa la cute), mentre il metile salicilato agisce da vasodilatatore. Mentolo e vitamina PP stimolano poi il microcircolo sottocutaneo.
Prima di due allenamenti sotto un sole già serio (e a metà maggio qui in Sardegna il sole può essere davvero già serio) mi sono protetto il cranio – ahimè nudo – con la crema solare Active Sun 30.
Ma devo dire di aver voluto bene a SportLab Milano soprattutto grazie ai due prodotti utilizzati dopo i miei sventurati ventiquattro chilometri di saliscendi.
Cooldown cream è una crema defaticante che unisce l’’azione drenante dell’escina (che ritempra muscoli e tendini affaticati) a quella della vitamina E (con effetto antinfiammatorio e antiossidante) e dell’olio essenziale di Ylang-Ylang, che dà una piacevole sensazione di sollievo.
Una gradevolissima sorpresa è arrivata infine dalla quarta crema testata, Feet relax, che rigenera non solo i piedi ma anche i polpacci e le caviglie. Vitamina E e burro di karité nutrono la pelle, l’Allantoina la ripara. E l’olio essenziale di menta piperita restituisce un’impagabile sensazione di freschezza.
L’azione combinata di Cooldown cream e Feet relax, dopo la doccia, è stata un toccasana. E mi ha permesso di affrontare l’allenamento dell’indomani in maniera meno tragica.
Per concludere: dopo ogni recensione di un prodotto che ci ha convinto, ma che non è imprescindibile per la pratica sportiva, ci ritroviamo a dover ripetere il solito adagio, per tacitare gli scettici.
Davvero non si può svolgere attività fisica senza ricorrere a creme (così come a occhiali da sole, a un certo tipo di abbigliamento tecnico eccetera)? Certamente no: però sono gadget che aiutano. E perché, potendolo fare, non aiutarsi?
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