Macron, sport e oltre

Se questo clima ancora incerto è fonte di insoddisfazione per tutti – specie per i devoti della stagione balneare – lo è ancora di più per noi podisti: non sappiamo se votarci definitivamente a canottiera e svolazzini, per non dire di come sottoponiamo il nostro organismo a piccole schizofrenie meteorologiche, correndo un giorno con venticinque gradi e il giorno dopo con quattordici. E lui non sa a quale temperatura adattarsi.

A somministrarmi un’iniezione di ottimismo ha pensato Macron, che mi ha inviato da testare una coppia di capi del nuovo catalogo estivo. Prima di parlarvene, lasciatemi spendere qualche parola sul marchio.

Macron

Nonostante il nome possa trarre in inganno, Macron è un’azienda italianissima, fondata a Bologna nel 1971 e attuale sponsor tecnico delle nazionali di rugby italiana (dal 2017) e scozzese (dal 2016).

I principali segmenti di mercato in cui opera sono quattro: quello dell’abbigliamento sportivo per il tempo libero, quello dell’abbigliamento e degli accessori per una vasta gamma di sport di squadra, quello del merchandising (compreso il materiale per il tifo organizzato) e infine – eccoci a noi – quello per running e fitness.

L’attenzione non solo a una pluralità di sport, ma anche a un ventaglio davvero ampio di figure interessate a diverso titolo all’attività sportiva (dall’atleta amatore al campione, da chi pratica sport individuali a chi è inserito in un team, per arrivare non solo allo sportivo nel proprio tempo libero ma addirittura al tifoso), colloca Macron in una posizione di sicura originalità fra i vari marchi dedicati, appunto, all’abbigliamento sportivo.

Ma noi ci siamo sempre dichiarati, tra il serio e il faceto, corridori monogami: è dunque l’ora di vedere più nel dettaglio i due capi testati in allenamento.

Il test dei prodotti

Partendo dai pantaloncini, i micro long short Oscar spiccano per leggerezza: il tessuto MDrySystem, composto da un insieme di fibre tessili, garantisce una grande traspirabilità e una rapida evaporazione del sudore. Il capo sempre asciutto consente dunque di correre anche per lunghe distanze con una costante sensazione di freschezza, oltre che con un basso rischio di irritazioni. Gli inserti rifrangenti, poi, permettono di essere visibili se si corre nelle ore serali.

Ma c’è di più: la mutanda interna ai pantaloncini, e soprattutto il design accattivante, danno la possibilità di convertire i micro long short Oscar in costume da bagno. E danno anche la possibilità, agli sportivi polivalenti, di organizzare un’uscita di corsa da concludersi con un rigenerante tuffo in mare. Infine i tre taschini, due laterali con zip e uno interno, fanno sì che il capo possa essere indossato anche in momenti informali al di fuori dell’attività sportiva.

Il secondo prodotto testato è la t-shirt Kenny, che condivide con i pantaloncini la grande leggerezza e traspirabilità (nonché gli inserti rifrangenti). La parte interna al colletto ha una fascia di tessuto tergisudore, e i fori sul retro aumentano l’areazione. Frontale è invece il foro per il passaggio degli auricolari.

Anche qui, il principio è chiaro: il capo è idoneo allo sportivo che cerca la miglior performance, ma le caratteristiche appena descritte, assieme alla linea affabile, ne fanno anche un oggetto di utilizzo casual quotidiano.

Sport oltre lo sport

Come ci è capitato di dire altrove, alcune lungimiranti aziende – e Macron è tra queste – hanno intuito che ormai l’attenzione al proprio benessere psicofisico non prevede più sessioni di sport slegate dalla quotidianità, ma semmai un atteggiamento improntato alla costante cura di sé (anche attraverso, ad esempio, una corretta alimentazione). I capi tecnici Macron sembrano andare in questa direzione: verso l’assottigliamento, cioè, del confine tra momenti dedicati alla pratica sportiva e momenti di inattività. I prodotti che ho testato sono infatti di ottima qualità, eppure la loro estetica li rende simili ai capi di abbigliamento informale che tutti noi indossiamo.

Per quanto riguarda il podismo, infine, Macron ha colto il passaggio di questo sport da pratica di élite a fenomeno sociale: e quindi perché non permettere anche a noi tapascioni di allenarci con prodotti di prima scelta?

E cosa significa tapascioni ve lo ricordate, vero?

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