Di Gianluca Vialli ho scritto in più di un articolo, senza mai celare la mia grande ammirazione nei confronti del campione e qualcosa, anzi molto, di più. Tifosissimo della Sampdoria, sono stato ragazzino negli anni in cui i blucerchiati hanno vinto tanti trofei, e ho visto giocare chissà quante volte quella grande, gioiosa ed esaltante squadra.
Il timore di noi tifosi, e di chiunque fosse in qualche modo affezionato a Gianluca Vialli, era che, dopo la sua morte, si sarebbe potuto abusare della sua immagine. Ma questo, magari anche per le attenzioni dei familiari, per fortuna non è avvenuto. Le biografie su Vialli, ad esempio, sono state poche e tutte di buona qualità. Si aggiunge al novero LucaVialli. Da Cremona a Londra, la vita straordinaria di un campione in campo e fuori, scritto da Luca Dal Monte e dato alle stampe da Cairo nel maggio del 2024.
Il titolo del libro appare proprio così, con nome e cognome di Vialli attaccati, come fossero un’unica parola. La scelta (forse opinabile), leggiamo nell’aletta del volume, sta a indicare “una sorta di marchio di fabbrica, un’espressione di forza e potenza.”
C’è da dire che si tratta, come indicato in quarta di copertina, della “prima biografia completa e autorizzata”, che tra l’altro porta la prefazione di Nino Vialli, fratello di Gianluca.
Non è un caso se questo volume è la prima biografia autorizzata dalla famiglia Vialli: anche Luca Dal Monte è nato a Cremona, precisamente nel 1963, un anno prima di Gianluca, con il quale ha condiviso la giovinezza.
Dal Monte ha scritto opere di saggistica, un romanzo, due libri di racconti e due volumi su Enzo Ferrari, Ferrari Rex e Ferrari. Presunto colpevole.
Nelle sue quattrocento pagine, LucaVialli ci racconta la biografia di un grande campione seguendo un rigoroso ordine cronologico, e affidandosi a diverse linee narrative.
C’è certamente la voce dell’autore, che ci dispiega una straordinaria parabola sportiva, fin troppo nota per essere qui ripercorsa. Il tenace ragazzino che inizia a tirar calci nell’oratorio di Cremona, veste la maglia grigiorossa, esplode nel campionato di Serie B, viene corteggiato da diverse squadre, sceglie la Sampdoria, dove sarà tra gli artefici di una stagione di splendidi successi e il leader di un gruppo di solidi amici. E poi la Juventus, le prime difficoltà di inserimento, i successi in campionato e in Europa, le partite in nazionale e la clamorosa esclusione al mondiale di Usa 94, l’avventura londinese e un solo accenno finale (lodevolmente pudico) alla malattia.
Nel libro troviamo poi un fitto rimando alla stampa nazionale, con un vasto numero di più o meno ampi stralci. I continui riferimenti ai giornali mostrano come ci si sia accorti da subito, dagli anni della Cremonese, della straordinarietà del talento ma anche della tenacia di Vialli, esibita soprattutto nei momenti più complicati, come i primi due anni alla Juve e il periodo in cui Arrigo Sacchi ha allenato la nazionale, ignorandolo. Da titoli e citazioni di articoli è palpabile che, anno dopo anno, l’intera Italia appassionata di calcio ha finito per voler bene a Gianluca Vialli.
Ci sono infine le molte testimonianze degli amici di Gianluca, non per forza personaggi celebri. Tutti ricordano con affetto una persona schietta, determinata, onesta a volte sino alla ruvidezza, oltre naturalmente al calciatore dalle qualità tecniche e fisiche rarissime.
Il calcio sta cambiando, si gioca a un ritmo sempre più forsennato, e questo rischia di sacrificare (od omologare) i talenti individuali. Chissà se, come si è tentati di dire, era meglio qualche tempo fa. Di certo, oggi difettiamo dei campioni di una volta, personaggi spesso eccentrici, con peculiarità, vizi e virtù ben riconoscibili, che sapevano far battere i cuori di noi tifosi.
E non c’è dubbio: Gianluca Vialli è stato un campione.
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