Libri

Le cose importanti

Lo scorso 6 gennaio è stato il primo, doloroso anniversario della morte di Gianluca Vialli.

A parte il ricordo personale (facile immaginare cosa abbia comportato Vialli per me, calciofilo, sampdoriano e ragazzino ai tempi delle imprese della Samp di Paolo Mantovani), la prematura scomparsa del fuoriclasse di Cremona ha turbato molti, più o meno vicini al mondo del football.

E anche chi lo conosceva poco, attraverso le tante interviste allo stesso Vialli e ai ricordi commossi di amici e tifosi, mostrati dopo la scomparsa dell’attaccante, ha potuto almeno intuire la tempra di un egregio sportivo e di un uomo dalla grande tenacia, schiettezza e simpatia.

Il 9 gennaio è uscito per Mondadori Le cose importanti, scritto da Gianluca Vialli assieme a Pier Domenico e Marco Ponti, che ripercorre in modo felicemente disordinato (più avanti vi spieghiamo in che senso) la carriera e l’atteggiamento esistenziale di Vialli.

Le cose importanti, il libro

Cos’è Le cose importanti? È una raccolta di pensieri e aneddoti che Vialli ha rilasciato a Marco Ponti, regista de La bella stagione, durante le riprese del docufilm che parla proprio degli anni d’oro della Sampdoria allenata da Vujadin Boškov: una squadra piena di spensieratezza, sì, ma pressoché imbattibile sul terreno di gioco.

Il ricavato delle vendite de Le cose importanti, come si legge in quarta di copertina, va a sostenere la ricerca sulla SLA (sclerosi laterale amiotrofica) tramite la Fondazione Vialli e Mauro. Fondazione di cui lo stesso Vialli parla con orgoglio nelle pagine del libro (in coda al quale c’è proprio l’affettuoso saluto di Massimo Mauro).

Gli aneddoti

Dicevamo che Le cose importanti è un volume felicemente disordinato. Non segue un ordine cronologico o di altro tipo, ma è organizzato per associazioni mentali o imprevedibili deviazioni, come d’altronde succede durante le chiacchierate informali tra amici.

Sono due, le categorie di contenuti che lo compongono: gli aneddoti e le considerazioni. I primi restituiscono in modo vivido il clima davvero disteso che si respirava nell’ambiente della Sampdoria tra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta del secolo scorso. Non è retorica dire che sembra un’altra era, rispetto al calcio di oggi.

Leggiamo degli scherzi subiti ma soprattutto fatti subire ai compagni (Vialli in questo ambito è stato un maestro riconosciuto da tutti), dei litigi sempre affrontati a viso aperto, della sintonia quasi telepatica con Roberto Mancini. E di come la riservatezza di un calciatore professionista in Italia sia messa ben più a repentaglio che non in Inghilterra (dove Vialli si trasferirà prima come giocatore, poi come giocatore-allenatore, quindi come allenatore, e dove trascorrerà i suoi ultimi anni di vita).

Le considerazioni

Gli accenni alla malattia compaiono, con grande sobrietà, quasi svagatamente nel bel mezzo di altri episodi.

Non ci piace qui parlare di filosofia di Gianluca Vialli, ma senza dubbio il peggiorare delle sue condizioni fisiche lo ha portato a fare riflessioni e considerazioni di una certa profondità, che in parte ritroviamo ne Le cose importanti. Dove si esalta il valore dell’amicizia, e si trovano – ad esempio – ragionamenti non banali sul ruolo sociale rivestito da un calciatore professionista, che convoglia su di sé le speranze di migliaia di tifosi.

Ma soprattutto si ribadisce con una certa frequenza l’importanza della dedizione e della fatica. Perché, certamente, molti ricordano Gianluca Vialli come un giovanotto dalla battuta pronta e sempre incline a sdrammatizzare le situazioni più spinose. Tuttavia, al di là di una indubbia disposizione al divertimento, in Vialli il grande talento si è sempre affiancato a una altrettanto grande volontà di migliorarsi.

A tutto ciò, come con meritoria onestà aggiunge lo stesso Gianluca Vialli in chiusura di libro, va aggiunta anche una gran bella dose di fortuna.

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