Editoriale

A piedi nudi

Bisogna dire la verità, specie durante le festività natalizie. Il podismo, per essere espliciti, è uno sport che tira, e così nel nostro variegato ambiente spuntano quasi ogni giorno associazioni, iniziative, personalità e pubblicazioni che non sempre, per usare un eufemismo, sono portatrici di grandi novità, né contribuiscono a elevare il livello qualitativo dello specifico ambito di cui dovrebbero occuparsi.

È forse per questo che, le rare volte in cui mi pare di imbattermi in una nuova realtà che in qualche modo c’entri col podismo, di cui fanno parte persone competenti e appassionate, mi entusiasmo.

Cos’è A piedi nudi

È il caso dell’associazione sportiva dilettantistica e culturale A piedi nudi, della quale ho scoperto qualcosa in più grazie a una piacevole telefonata con Gianpaolo Lucato, giovane fisioterapista che fa parte del direttivo.

A piedi nudi nasce nel 2018 dall’incontro di alcuni professionisti in ambito non solo sanitario ma anche artistico e umanistico, mossi da una motivazione comune: quella di promuovere il benessere come, potremmo dire, atteggiamento esistenziale che riguardi l’essere umano nella sua completezza. È stato impagabile scoprire la profonda sintonia con Lucato, anche lui come me fervido detrattore dell’abusato aggettivo olistico. Gianpaolo suggerisce l’alternativa biopsicosociale, come vuole l’OMS, o l’ancor più esaustivo – benché ai limiti dello scioglilingua – biopsicosocioculturale, proposto dall’associazione stessa.

Ma qui ritengo che l’importante sia, più che concentrarsi sulla terminologia, intendersi sul senso profondo delle intenzioni: che sono quelle, lo ripetiamo, non tanto di propugnare l’utilizzo di una determinata porzione di tempo per il proprio benessere (cosa che, ahinoi, oggi fanno meccanicamente in molti) quanto piuttosto di comprendere come la salvaguardia della propria salute psicofisica dovrebbe essere una postura naturale, prerazionale. La salute, insomma, non si calendarizza con due ore di spinning, qualche confezione di alimenti bio e la lettura di un buon romanzo: deve appartenerci istintivamente, essere causa e non effetto delle nostre scelte.

Ma torniamo all’associazione, il cui nucleo dirigente è formato da cinque professionisti che gravitano intorno a Bologna (luogo della sede), ma che si avvale di collaboratori provenienti da tutta Italia.

Qualche progetto

Gianpaolo mi tiene sulle spine, perché prima di parlarmi di due loro progetti legati alla corsa me ne cita altri due, sbocciati sempre sotto l’egida del binomio prevenzione-informazione. Sono entrambi, oltre che assai interessanti, palesi dimostrazioni della vastità di ambiti di intervento di A piedi nudi. Uno è Braining, progetto integrato che – sulla scorta delle ultime evidenze delle neuroscienze – indaga le problematiche legate alla demenza, specie in soggetti con fattori di rischio, per dimostrare come arte e attività fisica abbiano il potere di rallentarne la progressione.

Altro progetto è Nido, dedicato appunto agli (ma più che altro alle) insegnanti dell’asilo nido, nell’ottica di una prevenzione dei sovraccarichi sia muscolo-scheletrici (i nido, in effetti, sono a misura di bambino, ma… non di adulto) che psicologici (non è da sottovalutare il trauma da abbandono ingenerato dalla separazione da bimbi gestiti per mesi e mesi, ore e ore al giorno).

Ed eccoci infine al Running project, che ha riguardato il trail running e si è concretizzato in un questionario sottoposto a oltre settecento atleti, compilato in parte al via e in parte all’arrivo di importanti gare di ultratrail, in modo da correlare eventuali difficoltà patite lungo il percorso (infortuni, problemi gastrointestinali…) alla condizione di partenza, sempre in una prospettiva di prevenzione.

Un altro interessantissimo studio in cantiere (che, prima della comparsa della malefica pandemia, avrebbe dovuto attuarsi al Dolomiti Extreme Trail) investigherà il rapporto tra deprivazione del sonno – pressoché inevitabile nelle ultra di chilometraggio particolarmente elevato – e capacità attentiva, nuovamente allo scopo di ridurre gli infortuni degli atleti.

Insomma: l’associazione è giovane, così come i suoi componenti, che dispongono di profonde competenze, energie da vendere e ottime idee. Nonché del desiderio di collaborare con chiunque creda che voler bene al proprio corpo e alla propria mente debba essere considerato l’abito da non dismettere mai. E siccome anche noi tutti la pensiamo così, forza: se abbiamo qualcosa da dire o da dare, contattiamo A piedi nudi!

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